L'ANALISI
29 Luglio 2024 - 11:50
CREMONA - Aveva provato a marcare a uomo, Alessandro Portesani, lanciando tre giorni fa la giunta ombra: gli assessori virtuali incollati agli assessori reali; l’ex candidato sindaco, ora capogruppo in consiglio comunale di ‘Novità a Cremona’, in pressing dal fischio d’inizio al novantesimo e oltre sul primo cittadino, Andrea Virgilio; e Marzio Arisi incaricato di non lasciare spazio alcuno al presidente del consiglio comunale, Luciano Pizzetti. Ma somiglia ad uno di quei dribbling che ti attorcigliano le caviglie e ti lasciano a terra disorientato, l’immediato contropiede dello stesso Pizzetti: doppio passo e fuga in fascia sinistra.
Sfruttando in partenza, nell’attimo decisivo per guadagnare subito metri sul difensore, quello che l’ex deputato, senatore e sottosegretario rimarca come errore istituzionale: «Il consigliere Portesani ha inserito nel suo gioco delle ombre anche la Presidenza del consiglio comunale, ma è una seria sgrammaticatura associare i due ruoli istituzionali. L’esercizio del controllo, l’iniziativa di proposta, esercitare con dignità la rappresentanza sono fondamentali nella democrazia locale. Ma anche la distinzione delle funzioni lo è. Com’è noto lavoro affinché il bene comune cittadino prevalga sulle tossine post elettorali. Pur salvaguardando la diversità dei ruoli, maggioranza e opposizione possono trovare rilevanti punti d’intesa nell’interesse della città. Lo si desume anche dai programmi presentati agli elettori. Sperum...» è l’auspicio che sembra ricordare il pensiero libero affidato al quotidiano La Provincia — proprio nei giorni scorsi — dall’ex sindaco Gianluca Galimberti e diventato poi fonte di dibattito politico-social-antropologico su pregi e difetti dei cremonesi. Solo una divagazione.
Torna subito sul campo, il bomber del Pd: camicia bianca e bretelle da campagna elettorale riposte nell’armadio, indossa la maglietta col dieci sulle spalle per poi allacciarsi le Copa Mundial. E di rouleta, alla Zidane, si infila come un coltello nel burro della trequarti difensiva del centrodestra, sfilacciandola tra cenni storici e attualità: «Premesso che da Achille Occhetto in poi, governi e giunte ombra non hanno mai avuto un gran successo, tutt’altro, qui siamo di fronte al fantasma balneare di una giunta ombra. Minoritaria nella stessa minoranza».
Eccolo, il primo destro a giro: sette sfiorato.
Poi arriva il sinistro che si insacca a fil di palo: «A me la giunta ombra di Portesani pare una squadra di ex candidati in una lista che lascia a margine gli eletti della coalizione di centrodestra — Pizzetti serpenteggia alla Benito ‘Veleno’ Lorenzi —. Oltretutto, una presunta giunta ombra che sbianchetta la giunta promessa in pompa magna dal candidato del centrodestra al termine della campagna elettorale». Uno a zero. Con precisazione post esultanza sotto la curva.
«Per carità, è una legittima iniziativa per tenere insieme la propria lista, più che un’azione impegnativa dentro l’istituzione municipale».
Come dire: ‘Hai fatto la squadra con quelli della tua lista, non considerando l’intera coalizione che avresti dovuto allenare’.
E non a caso, mentre si sussurra anche di qualche malumore nel centrodestra sconfitto per una manciata di voti al ballottaggio dello scorso giugno, con nello specifico alcuni consiglieri eletti che non avrebbero gradito né l’esclusione né la proposta in generale, Pizzetti, da attaccante navigato e fin qui abituato a segnare in serie A, osserva anche il linguaggio utilizzato da Portesani nell’annuncio della sua iniziativa: «Cane da guardia si confà alla tutela di una proprietà privata, non certo del bene comune. Io tifo invece per l’azione impegnativa e incisiva. Perché, ovviamente, per ottenere rispetto occorre offrire rispetto».
E deve averne riscontrato poco, Pizzetti: «Sgrammaticatura a parte, a giorni alterni il consigliere Portesani definisce l’amministrazione Virgilio-Pizzetti o Pizzetti-Virgilio. Non è rispettoso per l’ufficio del sindaco e non lo è nemmeno per la Presidenza del consiglio comunale. E non gli porta bene. Aver continuato in campagna elettorale con la tiritera Galimberti/Virgilio non mi pare abbia garantito quel successo tanto agognato».
La campagna elettorale è finita: si gioca un’altra partita, adesso.
«E i prossimi cinque anni — guarda al lungo, Pizzetti — servono a costruire, auspicabilmente con il diverso apporto di tutti. Partendo, appunto, dal rispetto». Prima, però, c’è il tempo per un’ultima finta: corpo da una parte, palla dall’altra, scavetto al portiere in uscita e due a zero. «Penso che l’iniziativa della giunta ombra sia minoritaria e purtroppo inefficace, ma non mi permetterei mai di definirla la Maramotti-Portesani Line».
Di nuovo la mano tesa, prima che l’arbitro fischi la fine: «Una pagina democratica si è chiusa e un’altra se ne apre. Spero proficua. Nel ruolo che pro tempore ricopro ho intenzione di sollecitarla e favorirla. Confidando nella disponibilità e nel coinvolgimento di tutti. A partire dalle rappresentanze istituzionali: consiglieri comunali, consiglieri regionali, parlamentari nazionali. È stato già sperimentato nella gestione sociale della cessazione produttiva di Tamoil e sul finanziamento del festival Monteverdi. Cremona è piccola, dobbiamo lavorare insieme affinché diventi forte».
E in recupero, la rabona: «Abbiamo più bisogno di San Bernardo, che di Rottweiler».
Sinistro all’incrocio, tre a zero servito, andata di coppa nel cassetto.
In attesa che Portesani si attrezzi per il ritorno: non sarà mica facile, organizzare la remuntada.
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