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Fuga dal caldo, il ‘mare dei poveri’ non passa di moda

Non solo pensionati lungo il tratto cittadino del canale Vacchelli. Tanti appassionati di passeggiate e atleti: «Qui, immersi nel verde»

Giovanni Ricci

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redazione@laprovinciacr.it

29 Luglio 2024 - 05:05

Fuga dal caldo, il ‘mare dei poveri’ non passa di moda

Giuseppe Doldi fra gli amici Primo e Giuseppe: insieme si godono il pomeriggio nel verde a due passi dall’acqua

CREMA - Un pezzo di storia che resta ancora oggi una realtà: passano gli anni, ma il canale Vacchelli, nel tratto tra i quartieri cittadini di Vergonzana e Santo Stefano, rimane un punto di riferimento nel periodo della grande calura, quando le temperature diventano insopportabili. C’era una volta, a Crema, il ‘mare dei poveri’. E c’è ancora.


Lo ritrae anche una foto recuperata dal Centro di ricerca Galmozzi e che risale al 1975, con i ‘bagnanti’ sul ponte del canale. Ma ancora oggi — come detto — le sponde, anche nelle vicinanze del complesso della piscina comunale, si prestano, soprattutto nel pomeriggio, ad accogliere persone che cercano relax, chi per una corsa a piedi, chi per una camminata, ma soprattutto per stare in compagnia. L’ex calciatore Alessandro Cazzamalli, allenatore dal prossimo agosto della Soncinese, racconta il suo rapporto con il canale, mentre corre sulla stradina sterrata che costeggia la riva. «Alla strada asfaltata — spiega — preferisco questa sterrata, almeno posso vedere scorrere l’acqua e non le auto. Mi rilassa e mi preparo fisicamente per il via della preparazione con la Soncinese, fissato per il 6 di agosto».

Roberto Piloni e Patrizia Porchera passeggiano sulla riva del canale Vacchelli

Luciano Togni, da oltre mezzo secolo, frequenta la sponde in gran parte dell’anno: «Sono 75 anni che vengo da queste parti, anche nel periodo non tipicamente caldo. Mi offrono tranquillità e serenità. Trovo qualcuno con cui chiacchierare del più e del meno, dei fatti del momento. Ci sono giorni che queste rive richiamano più gente». E al proposito, intervengono due pensionati che, però, vogliono solo limitarsi al nome di battesimo, Primo e Giuseppe: «Il sabato e la domenica vengono qua in tantissimi per il picnic, molti anche gli stranieri: il problema è che un buon 70 per cento lascia i rifiuti per terra. Solo una minoranza si fa carico di pulire dopo aver consumato il pranzo. Le due stradine sterrate — aggiungono — sono sporche, con cumuli di immondizia. Tanti anni fa — ricordano — il Comune puliva più frequentemente. Per non parlare delle baracche abbattute, nel tempo, dalle Ferrovie.

Roberto Filipponi passeggia sulla riva del canale Vacchelli


Giuseppe Doldi afferma: «È una vita che vengo su queste sponde, resto qua un paio di ore e poi mi sposto ai giardini di Porta Serio per sedermi sulle panchine in compagnia di amici, così posso chiacchierare». Roberto Filipponi, titolare di un pub in città, dalla sponda opposta, saluta con la mano e urla: «Contro lo stress quotidiano, una bella camminata all’aria aperta è tutta salute. Non solo, ma ci si abbronza pure. Passeggiare lungo un corso d’acqua è un grande piacere, oltre che un ottimo esercizio fisico. La natura — tiene a sottolineare — affrontando questi percorsi, non finisce mai di sorprendere, con la vegetazione che cambia di zona in zona».

Alessandro Cazzamalli e Luciano Togni

È la volta di una coppia che passeggia. Si tratta di Roberto Piloni e Patrizia Porchera: «Alterniamo un po’ la piscina e un po’ qualche ora in mezzo alla natura, che si rilassa nel profondo e influenza la nostra salute in maniera positiva». Rodolfo Cattaneo spiega la storia del corso d’acqua che lambisce la città: «Il Vacchelli è stato realizzato come canale da irrigazione negli ultimi anni dell’Ottocento e scorre per 35 chilometri per finire poi in altre vie d’acqua». Lungo la riva c’è una pista ciclabile e pedonale, con il fondo in terra battuta un po’ deteriorato. Camminando si è immersi nel verde. «Percorso naturalistico molto suggestivo — aggiunge —: veramente un posto eccellente per le gite in bicicletta o allenarsi, attraversando il verde cremasco in una zona tranquilla e non pericolosa. Davvero da scoprire, per chi ami la vita e lo sport all’aria aperta».


Elena Maiocchi non ricorre ai giri di parole: «Siamo fortunati ad avere un dono della natura di questo tipo, che ci permette in questi giorni di clima rovente di far fronte alla situazione in qualche modo. Fermarsi qualche ora aiuta a ridurre l’ansia, favorendo il buon umore e la socializzazione, perché si scambiano sempre quattro chiacchiere. Del resto, non vedo ancora una città deserta».

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