Cerca

Eventi

Tutti gli appuntamenti

Eventi

LE CASE DI RIPOSO SOTTO LA LENTE

Nelle Rsa mini liste d’attesa: «Cremona è un’isola felice»

In città 137 domande contro le quasi 2.000 del Cremasco. Bassa la ‘migrazione’ da altre province

Stefano Sagrestano

Email:

stefano.sagrestano@gmail.com

28 Luglio 2024 - 09:07

Nelle Rsa mini liste d’attesa: «Cremona è un’isola felice»

CREMONA - Cremona isola felice per quanto riguarda le liste di attesa nelle residenze sanitarie assistenziali (Rsa). Tra Cremona solidale e la Giovanni e Luciana Arvedi (Fondazione La Pace Onlus) le persone che aspettano la disponibilità di un letto sono 137. Numeri molto più contenuti rispetto al distretto socio sanitario Cremasco (Crema compresa) dove si sfiorano le 2.000 unità (1.967), seppur su un bacino di residenti che è più del doppio di Cremona. La città, infatti, conta 71.359 abitanti rispetto ai circa 160mila del Cremasco.

Meno ampia, ma comunque evidente, la forbice tra Cremona e i paesi del Cremonese, dove nel complesso si contano 1.192 persone in lista di attesa. I dati relativi alle liste sono quelli diffusi da Ats della Val Padana, che aggiorna periodicamente la situazione, in base anche alle comunicazioni delle singole case di riposo. L’ultimo report risale al 18 luglio scorso. Entrando nel dettaglio delle strutture cittadine, a Cremona solidale sono in tutto 115 coloro che attendono una sistemazione, alla Giovanni e Luciana Arvedi soltanto 22. Va però precisato che il numero effettivo degli anziani in attesa può variare rispetto al dato generale e a quello di ogni singola casa di riposo.

Questo in quanto si possono presentare sino a tre domande contemporaneamente: una possibilità che viene concessa per aumentare le possibilità di essere chiamati e cercare così di accorciare i tempi di attesa. La sostanza, comunque, non cambia. Cremona rimane un’isola felice, rispetto al resto della provincia. Molteplici i fattori che concorrono a questo stato di cose. Nei giorni scorsi, il presidente Arsac (l’associazione che raggruppa le rsa provinciali) Giovanni Scotti, ha evidenziato, tra gli altri, il fattore geografico. «Conta anche dove ha sede la casa di riposo, perché ci sono strutture che si trovano in paesi vicini e dunque a servizio anche di altri centri, o addirittura di utenti provenienti da province limitrofe. Poi contano le specializzazioni offerte».

Giovanni Scotti

Nel Cremasco, ad esempio, molti degli anziani ospiti arrivano dal Milanese, dove le rette sono mediamente più alte. Poi conta anche la disponibilità di posti letto in rapporto al numero dei residenti. Nella scelta delle famiglie cremonesi e degli anziani stessi, pare invece incidere in misura inferiore il costo della retta, che per i reparti standard si differenzia poco tra una Rsa e l’altra. «Le strutture specializzate nella cura di malati di Alzheimer, ad esempio, possono avere liste d’attesa più lungo – ha ricordato qualche giorno fa lo stesso Scotti – non sarebbero un fattore invece le rette, ormai uniformate o con differenze comunque irrisorie».

Diversa è la situazione per chi può permettersi di pagare in toto la retta giornaliera in una casa di riposo. Nelle strutture private o comunque per i posti letto dei solventi in proprio, le liste d’attesa sono quasi nulle. Ma si tratta di esborsi superiori ai 3.000 euro al mese, irraggiungibili per la maggior parte degli interessati. Nei posti letto accreditati si va dai 1.800 ai 2.000 euro, una retta comunque non certo abbordabile.

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su La Provincia

Caratteri rimanenti: 400