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LO SPETTACOLO DEL GRANDE FIUME

L'effetto delle piogge muta lo scenario estivo del Po

Risorse idriche ai massimi e record di portata. Tutto certificato dai dati dell’Autorità Distrettuale

Fulvio Stumpo

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redazione@laprovinciacr.it

25 Luglio 2024 - 18:50

Risorse idriche ai massimi, il Po fa il record di portata

CREMONA - Nonostante le alte temperature stiano facendo diminuire il livello del Po - che in pochi giorni, dal 19 luglio a oggi, ha perso più di un metro, attestandosi a meno sei metri e 25 centimetri dallo zero idrometrico - il Grande Fiume è in ottima salute grazie alla splendida forma dei laghi, dovuta, a sua volta, alle abbondanti precipitazioni primaverili ed estive.

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Lo spiaggione della Capannina

Siamo davvero lontani da quell’emergenza idrica che ha tenuto banco nelle ultime estati (in particolare nel 2022). I livelli dei laghi che alimentano il sistema padano sono altissimi, come comunica ufficialmente l’Autorità Distrettuale del Fiume Po, in particolare l’Osservatorio permanente sugli utilizzi idrici del distretto, che si riunito nelle scorse ore sotto la guida del dirigente Francesco Tornatore, assieme alle categorie economiche e agli enti istituzionali che operano nel bacino.

Livelli da record, si diceva: il lago di Garda è pieno al 90%, il Maggiore al 102%, l’Iseo quasi al 98%, quello di Idro al 51% e il lago di Como al 71%. E anche il Po, che solo due anni fa aveva quasi le sembianze di un torrente, ha fatto registrare il record di portata: «Rispetto al periodo 1991-2020, il fiume Po ha fatto registrare alla sezione di chiusura di Pontelagoscuro (Ferrara) nuovi valori massimi di portata media mensile nei mesi di marzo e giugno (rispettivamente di 3.174 e 2.926 metri cubi al secondo) e valori prossimi ai massimi nei mesi di aprile e maggio: una situazione diametralmente opposta a quella che si riscontrava esattamente due anni fa quando, il 24 luglio del 2022 il fiume Po, sempre a Pontelagoscuro, registrava la più bassa portata media giornaliera di sempre, pari a 114 metri cubi al secondo», spiegano all’Autorità Distrettuale, e confermano «le aspettative di fine primavera, con picchi di abbondanza nel Grande Fiume, nei grandi laghi alpini e negli affluenti».

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La lanca Livrini piena d'acqua

L’ente rimarca anche le anomalie del meteo: «Non sono mancati i problemi legati all’intensità dei fenomeni a scala locale. Infatti, negli ultimi mesi sono stati registrati numerosi fenomeni di piena distribuiti in tutto il Distretto che hanno provocato anche ingenti danni. Purtroppo, anche questo 2024 così anomalo rientra nella casistica attesa a seguito dei cambiamenti climatici in atto. È ormai evidente che ci troviamo d’innanzi ad un cambiamento epocale non si può continuare a ragionare secondo i soliti schemi e che occorre essere pronti ad accettare il fatto che per adattarci alle nuove condizioni ambientali potremmo dover riadattare il nostro modello di gestione del territorio che ormai non è più in grado di conciliare la variabilità dei fenomeni meteorologici estremi, che provocano siccità ed alluvioni, con le aspettative sociali ed economiche delle comunità locali», ha dichiarato Tornatore.

Il Po, insomma, quest’estate si presenta per quello che è: il re dei fiumi, esaltato dai poeti e ritratto con corona in testa dal cremonese Antonio Campi. La portata d’acqua, infatti, è notevole, così come la corrente, che in alcuni tratti ‘tira bene’. Stanno iniziando a emergere gli spiaggioni, ma nulla al confronto di due anni fa; quello di fronte al Mento di Gerre de’ Caprioli e quello della Capannina, ad esempio, mostrano due ampie anse colme d’acqua dove due anni fa c’era soltanto sabbia e risalendo la corrente si intravede il passaggio (cosa rara) della lanca di Livrini, anch’essa piena (o quasi).

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La golena lussureggiante

Sul lato piacentino non è ancora emersa la spiaggia del Ponticello e da questa località al ponte la riva è ben alta. La prima canalina si sta richiudendo, un tratto potrebbe ancora collegare il fiume alla Maginot se non fosse per un grosso pioppo crollato che impedisce il passaggio delle imbarcazioni. In questo tratto di fiume si notano anche le conseguenze della piena di qualche mese fa: tra i rami di un salice è incastrata una canoa, un K4, e, purtroppo (non si vedevano da tempo), dai rami degli alberi penzolano pezzi di plastica e tra il fango emerge qualche recipiente dello stesso materiale. È bene dire, però, che tutto questo è nulla al confronto di quanto succedeva qualche anno fa.

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