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I NODI CALDI IN CONSIGLIO

Tagliati 1,8 milioni di euro: «Paradosso irragionevole»

Documento della maggioranza contro la spending review del Governo. Virgilio: «Il bilancio è sano»

Massimo Schettino

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mschettino@laprovinciacr.it

24 Luglio 2024 - 08:42

Tagliati 1,8 milioni di euro: «Paradosso irragionevole»

CREMONA - Ammonta a 375.209 euro il ‘Concorso alla finanza pubblica per il 2024’ da parte del Comune di Cremona, ossia il primo dei tagli decisi dal Governo che in cinque anni assommerà a 1.807.205,54. Lo prevede il decreto approvato e pubblicato nei giorni scorsi sulla spending review imposta agli enti locali che in provincia di Cremona dal 2024 al 2028 toglierà 6.285.749,65 euro ai Comuni e altri 2.056.340,58 all’amministrazione provinciale, totale: 8.342.090,23 euro. Quest’anno il taglio è di 413.132,58 euro per l’ente di corso Vittorio Emanuele, 123.936 euro per Crema e 40.107 per Casalmaggiore. E arriva oggi in Consiglio comunale l’allarme sui tagli.

Sarà lo stesso sindaco Andrea Virgilio che, sulla questione è già intervenuto in numerose occasioni a sollevare la questione. I primi due punti della seconda assemblea cittadina della nuova consiliatura sono infatti la verifica degli equilibri generali del Bilancio di Previsione 2024-2026 e l’assestamento generale del Bilancio di Previsione 2024-2026. In assenza (per ferie) dell’assessore di riferimento, sarà Virgilio a presentare i punti. Nei giorni scorsi il sindaco ha rassicurato sulla tenuta del bilancio «sano e rigoroso», «grazie al lavoro delle amministrazioni precedenti».

Il sindaco Andrea Virgilio oggi illustrerà le variazioni di bilancio e farà riferimento al decreto sulla spending review degli enti locali varato dal Governo


Sarà poi un ordine del giorno della maggioranza (se ci sarà tempo) ad affrontare la questione. Firmato dai capigruppo Roberto Poli (Pd), Riccardo Merli (Fare Nuova Cremona Attiva), Andrea Segalini (Cremona Sei Tu!) e Lapo Pasquetti (Sinistra per Cremona - Avs), il documento sottolinea che «i tagli agli enti locali previsti dalla manovra finanziaria ammontano per quest’anno a euro 250 milioni, ma lo Stato taglierà da qui al 2028 circa euro 1,25 miliardi a Comuni e Province». Aggiunge poi che «il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha stabilito che la metà dei tagli previsti viene misurata in proporzione alle risorse del Pnrr assegnate a ogni amministrazione alla fine del 2023, producendo l’effetto per cui gli enti che hanno avuto più progetti finanziati dal Piano subiranno i tagli maggiori».

La maggioranza sottolinea quindi che «i tagli previsti dal Governo, come denunciato da Anci (Associazione nazionale comuni italiani) e Upi (Unione province italiane), contraddice lo spirito e la finalità del Pnrr mettendo a rischio la gestione dei servizi derivati o istituiti grazie alla realizzazione di opere pubbliche. Tagliare le risorse in parte corrente penalizzando i Comuni che hanno ricevuto i finanziamenti Pnrr costituisce un paradosso irragionevole che concretizzerebbe una situazione in cui Comuni e Province, dopo aver realizzato le opere pubbliche, si troverebbero costretti nell’impossibilità di gestirle e mantenere i servizi connessi».

Da qui la conclusione con cui il Consiglio comunale «condivide il grido d’allarme espresso pubblicamente dai presidente di Anci e Upi e chiede al Governo di riconsiderare le scelte in merito ai tagli ai bilanci degli enti locali stabiliti dalla manovra finanziaria, in considerazione del fatto che Comuni e Province hanno dimostrato in questi anni di essere un motore di rilancio per la ripresa economica, anche attraverso la gestione degli interventi del Pnrr». Con l’odg, se sarà approvato, il Consiglio inoltre «chiede al Ministero dell’Economia di rivalutare le disposizioni contenute nella bozza di decreto attuativo con le quali si stabilisce una diretta connessione proporzionale tra le risorse Pnrr assegnate al singolo ente e i tagli che si dovranno subire al proprio bilancio in parte corrente e impegna il sindaco a farsi portavoce di tali istanze nei confronti del Governo, anche per il tramite di Anci».

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