L'ANALISI
21 Luglio 2024 - 18:51
Il tempio crematorio di Bergamo
RIVOLTA D'ADDA - Tramonta l’ipotesi di un forno crematorio in paese. Non è stata ammessa dalla Regione la manifestazione d’interesse presentata dal Comune per la realizzazione di un forno crematorio a fianco del camposanto (area già destinata a questo uso dal Piano cimiteriale vigente). L’amministrazione si era fatta avanti anche a nome di 38 Comuni dell’Area omogenea cremasca, che avevano siglato il protocollo per la candidatura. Dopo Spino nel 2021, anche questa seconda iniziativa è andata vuoto.
Raccolte durante l’inverno e la primavera le candidature, nei giorni scorsi la Regione ha reso note le scelte che ne hanno di fatto scartate 14 su 16, tra richieste per nuove strutture e consolidamento delle attività di quelle esistenti. Sarà invece potenziato l’impianto esistente di Bergamo, con la realizzazione di una linea aggiuntiva per 1.200 cremazioni. Prevista poi la costruzione di un nuovo forno a Desio, con capacità di 2.400 salme, divise su due linee. L’iniziativa del sindaco Giovanni Sgroi voleva rispondere alle sempre più numerose ultime volontà che vanno in tale direzione e garantire nel contempo un introito annuale all’ente locale, che il costruttore e poi gestore del forno avrebbe dovuto versare.
I medesimi obiettivi perseguiti dall’allora sindaco di Spino Luigi Poli, sempre sostenuto dai Comuni dell’Area omogenea. Poi la marcia indietro davanti a un’autentica sollevazione popolare: una raccolta firme che spaccò in due il paese, con un esito anche sul voto amministrativo del 2021, in cui l’amministrazione uscente riuscì a spuntarla per poche preferenze sulla minoranza, da sempre contraria al forno.
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