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Integrazione e lavoro, l'esempio dell'Ocrim: «Si cresce solo insieme»

L’ad Antolini racconta la sua scommessa su 15 richiedenti asilo provenienti dall’Africa. Formazione gratuita e assunzione a tempo determinato: «Spero di confermarli tutti»

Andrea Gandolfi

Email:

agandolfi@laprovinciacr.it

18 Luglio 2024 - 05:20

Integrazione e lavoro, l'esempio dell'Ocrim: «Si cresce solo insieme»

Il gruppo dei giovani africani che dal mese di settembre entreranno in Ocrim con un contratto di lavoro a tempo determinato, e successiva- mente potrebbero vedersi confermati in modo stabile

CREMONA - Quindici richiedenti asilo, età media 24 anni, provenienti da cinque Paesi africani (Egitto, Burkina Faso, Camerun, Guinea, Costa D’Avorio), sistemati in centri di accoglienza del territorio provinciale tra un presente segnato dall’incertezza e un futuro che potrebbe non cominciare mai. Ma il finale non è ancora scritto, e finalmente dipende solo da loro.

Dopo essere stati selezionati, nelle scorse settimane hanno frequentato un programma di alfabetizzazione e formazione di base offerto dall’Ocrim, dove a settembre verranno assunti a tempo determinato. Quale mese necessario per giudicarne le capacità di lavoro e apprendimento ‘sul campo’ e decidere.


«La mia speranza è di poterli assumere stabilmente tutti; se c’è la giusta dose di volontà possono farcela, e a me hanno lasciato un’ottima impressione», spiega l’amministratore delegato Alberto Antolini. Che guarda già oltre. «Con noi potrebbero certamente avere altre opportunità: rimanere in città», dove il piano di sviluppo quinquennale di Ocrim vede crescere il nuovo insediamento di via Riglio (chiamato a sostituire nel medio periodo la sede storica di via Massarotti) e punta alla riqualificazione a fini produttivi dell’area ex Piacenza.

Alberto Antolini, ad di Ocrim

«Oppure tornare ‘da vincitori’ nei loro Paesi d’origine. Noi lavoriamo in tutto il mondo, creare un’occasione per loro non sarebbe un problema». Nato in stretta collaborazione con la Prefettura, il progetto targato Ocrim ha preso le mosse anche da una visione più complessiva.

Il quartier generale dell’Ocrim, in via Massarotti a Cremona

«L’immigrazione costituisce un fenomeno sempre più significativo anche nel nostro territorio, mentre il mondo delle imprese deve fare i conti con le sfide del ricambio generazionale e del reperimento di manodopera. Noi siamo da tempo impegnati in determinati ambiti (l’ex convitto Ocrim è stato messo a disposizione della Prefettura per l’accoglienza, ndr); e da imprenditori guardiamo a un futuro che sempre più deve basarsi sull’integrazione vera e sul ‘sostegno’ ad un made in Italy che - da soli - cremonesi e italiani non hanno le forze per sostenere e rinvigorire».

«Così, abbiamo deciso di fare un passaggio successivo, scommettendo su questi ragazzi. All’inizio dovevamo assumerne tra i 5 e gli 8, ma abbiamo preferito dare a tutti la stessa opportunità di giocarsela fino in fondo. Perché ci crediamo, e siamo convinti che sia un’occasione di crescita per questo territorio. Dove siamo arrivati anni fa, che ci ha aiutato nel corso del tempo a diventare grandi e che non abbiamo nessuna intenzione di abbandonare. Continueremo a crescere, e lo faremo insieme».

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