L'ANALISI
16 Luglio 2024 - 16:54
CELLA DATI - Riportare in vita l’antico organo a canne. La chiesa di Santa Maria Assunta di Cella Dati si prepara a ritrovare i suoni del suo monumentale strumento storico, che torna all’opera dopo oltre 40 anni. Sono quasi conclusi i lavori di restauro dell’organo che sovrasta l’altare della piccola pieve. Ad occuparsi del suo ripristino la Bottega Organaria di Soncino guidata dal team di Ugo Cremonesi, uno dei più noti restauratori di organi storici del territorio. «Quello di Cella Dati – spiega Cremonesi – è un organo da 1.250 canne, risalente al 1850 e rappresenta un unicum nella storia di questi strumenti. È sovradimensionato rispetto all’ambiente che lo contiene, ma è una condizione molto frequente poiché nella concezione dell’epoca i suoni e i registri avevano una importanza significativa».
La procedura dell’intervento è cominciata a fine 2021 grazie alla volontà dell’allora parroco don Umberto Zanaboni, ai fondi derivanti dall’8 per 1000 della Cei e dall’aiuto di Fondazione Comunitaria della Provincia di Cremona e della Diocesi. «I fondi coprono circa la metà delle spese – dicono i volontari della parrocchia – il resto proviene da varie iniziative benefiche organizzate dal 2021 fino ad oggi e da altri benefattori al di fuori del paese».
La spesa complessiva tra restauro e altri costi correlati al completamento dell’opera stessa è di circa 120mila euro. «Un intervento che rende onore non solo alla chiesa di Cella – afferma don Federico Celini parroco che coordina l’unità pastorale Madre Nostra – ma a tutta la nostra unità pastorale. Il restauro di questo gioiello rappresenta un’elevazione spirituale profonda nella dimensione prettamente religiosa, ma ha anche una valenza culturale perché riporta al suo antico splendore un organico storico».
L’organo storico nella chiesa di Cella Dati, costruito dai bergamaschi Angelo Bossi e nipoti attorno al 1850, è stato poi riformato all’inizio del secolo scorso dall’organaro Giuseppe Rotelli che lo aveva adattato, come era consuetudine, alle esigenze dell’epoca. Ugo Cremonesi e la sua squadra hanno cominciato i lavori di restauro di questo piccolo, ma non così tanto, gioiello nell’ottobre 2021 e sono in dirittura d’arrivo. «Il restauro di un organo è un’operazione complessa e che richiede molto tempo.
Lo strumento è stato smontato e ricoverato nel nostro laboratorio – continua Cremonesi – e sono state compiute le classiche operazioni di restauro, in primis lo studio e la ricerca delle caratteristiche specifiche nelle stratificazioni intervenute nel corso della sua storia per un approccio al restauro filologicamente corretto. Abbiamo disinfestato le parti lignee dello strumento, danneggiate dai tarli e dall’usura, pulito le canne di metallo, i canali di legno, sostituito il pellame che li riveste, stuccato e verniciato i componenti, ricostruito la tastiera con una copertura in osso. E naturalmente abbiamo sistemato il somiere, ovvero la cassa di legno collegata direttamente al mantice, che è una delle operazioni più complesse». Un lungo percorso, dunque, ma che si concluderà a breve. A settembre, poi, l’inaugurazione ufficiale dell’organo restaurato con un concerto evento, ancora da definire, che darà il giusto merito al lavoro fatto dalla Bottega Organaria di Soncino e farà ripartire questo antico strumento.
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