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CREMONA

Ennesimo scontro fra bande ai giardini pubblici

E' successo in piazza Roma. Una quarantina di stranieri si sarebbero affrontati a bottigliate. All'arrivo dei carabinieri si erano già dileguati. La ricostruzione del testimone

Francesca Morandi

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fmorandi@laprovinciacr.it

14 Luglio 2024 - 08:19

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CREMONA - Sabato sera, 22.30 circa, in piazza Roma (il lato dove c’è la gelateria Gioelia) va in scena una rissa: due bande rivali si affrontano all’improvviso a mani nude e a bottigliate. "Erano in una quarantina", racconta un uomo che stava portando a passeggio il cane. Testimone dell’esplosione di violenza, lui ha chiamato i carabinieri (non è stato il solo) , ma quando le pattuglie sono arrivate, i rissosi si erano giù dileguati, “un gruppo verso via Solferino, l’altro, verso la Galleria XXV Aprile”.

Il testimone spiega com’è andata: “Erano in mezzo alla strada, tra i due cubi di cemento che sbarrano l’accesso ai giardini pubblici e la gelateria. Erano due gruppi distinti che si fronteggiavano in modi molto violento. Erano tutti vestiti di nero. Si sono azzuffati, si sono dati pugni e ceffoni, hanno anche rotto delle bottiglie per affrontarsi. Si sono mescolati tra di loro, quindi erano indistinguibili, tra l’altro pettinati tutti allo stesso modo. Sicuramente, un gruppo era di albanesi, perché quando sono scappati, gli altri, in italiano, hanno detto: ‘Albanesi di m…’. In questo gruppo di albanesi c’erano anche due ragazze bionde e un africano con le treccine che parlava perfettamente l’italiano. Questi sono scappati verso via Solferino. Gli altri erano stranieri, un gruppo eterogeneo. Si sono fermati lì, poi ad un certo punto è arrivata da via Manzoni la pattuglia dei carabinieri e anche loro si sono dati alla fuga. Li ho visti scappare in direzione Galleria XXV Aprile. Sono andato incontro ai carabinieri, ho spiegato loro quello che avevo visto. Mi hanno chiesto se c’erano dei feriti. Ho risposto che non lo sapevo, perché ero po’ lontano. La pattuglia è entrata nei giardini e si è diretta dalla parte opposta. Nel frattempo, è arrivata anche una pattuglia della squadra Volante, è entrata nei giardini, ha fatto il giro dell’aiuola principale, ma non c’era nessuno”.

Il teste prosegue: “Era pieno di gente, coppie, bambini, anziani. Si sono tutti spaventati e si sono ovviamente allontanati, perché quei due gruppi se le davano di santa ragione”.

Il testimone ha descritto ai carabinieri le due ragazze del gruppo degli albanesi. “Erano entrambe bionde e con loro c’era anche un ragazzo alto e grosso di colore, che parlava perfettamente l’italiano e che stava spiegando qualcosa al telefono. Ma erano tutti in fuga verso via Solferino”. Agli investigatori, il testimone ha offerto altri particolari: “Uno del gruppo rimasto lì, indossava una maglia particolare, era nera con dei disegni particolari, delle fasce di luce, la riconoscerei. Un altro aveva un cappello”.

Sempre il testimone solleva la questione sicurezza: ”Qui ci vorrebbe un presidio fisso”.

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