L'ANALISI
13 Luglio 2024 - 05:25
Lorena Vezzosi, Stefano Del Re e la palazzina di Sant'Arcangelo
CASALMAGGIORE - Sono ancora tanti gli interrogativi sull’omicidio di Lorena Vezzosi, 53 anni, uccisa a coltellate dall’ex marito Stefano Del Re, 55 anni. Entrambi originali di Casalmaggiore, entrambi residenti a Santarcangelo di Romagna dal 2018. Alla ricostruzione di quanto accaduto tra il tardo pomeriggio di giovedì 4 e la notte di venerdì, quando il 55enne ha lanciato la sua auto nel fiume, con a fianco la ex consorte già deceduta, mancano dei tasselli ma nel frattempo emergono circostanze particolari.
Come il fatto che non è vero che lui volesse lasciare la stanza del residence in cui si trovava dal momento in cui si era separato da Lorena. L’albergatore gli aveva chiesto di trasferirsi per un paio di giorni in un altro bed & breakfast perché a Santarcangelo c’era il festival del teatro e aveva bisogno dell’alloggio. Alle 21 e 10 di giovedì, si è saputo, Stefano ha chiamato il proprietario del residence e gli ha detto «Stasera non torno, torno domani a fare una doccia». Probabilmente la sua intenzione era quella di tornare davvero a fare quella doccia. I carabinieri, durante il sopralluogo effettuato venerdì, dopo il ritrovamento dei due cadaveri in Po, in quella camera hanno trovato solo il bagnoschiuma che lui aveva detto all’albergatore di aver lasciato. Quindi, quando ha fatto la telefonata all’albergatore, Del Re aveva effettivamente intenzione di ritornare a Santarcangelo? E Lorena, in quel momento, era già stata uccisa? Forse Del Re, nella serata di giovedì, non aveva ancora maturato l’idea di farla finita, dopo aver deciso di togliere la vita alla ex moglie. Tramite le testimonianze e le tracce lasciate dalle celle dei cellulari gli inquirenti riusciranno a ricostruire gli orari degli spostamenti di quella tragica notte.
Intanto, un’amica comune di Stefano e Lorena, dopo la testimonianza delle titolari del solarium in cui Del Re si recava abitualmente, ha descritto in una intervista alla Rai quel che aveva sentito da Del Re nei giorni precedenti alla tragedia: «Mi disse ‘spero di non fare una follia, spero di non dare di matto’. Quando ho visto il video sono ritornata indietro nei giorni e ho detto ha fatto una follia. Lorena non sarebbe mai salita in macchina con lui, no. C’era questa forma di rancore tra i due». L’amica ha aggiunto che «Stefano, tre-quattro giorni prima che succedesse questa cosa, mi disse ‘me ne sta facendo di tutti i colori’ e io gli chiesi ma chi? E lui disse ‘Lorena, mi fa tanti dispetti, lei esce con un nuovo moroso e non mi fa tenere i figli’. Lui diceva sempre che lei aveva comunque un altro ragazzo. Questo faceva soffrire molto Stefano, che lei in questa sua nuova vita fosse felice. Era un’ossessione Lorena, stava diventando per lui un'ossessione. L’ho visto fuori controllo nel senso che mi disse spero di non fare una follia, spero di non dare di matto. Era triste, disperato, aveva gli occhi spenti. Il mio rimpianto è stato magari di non fermarlo. Avrei magari potuto chiamare Lorena, avrei potuto fare qualcosa. Questa cosa me la sto portando dentro, ma chi mai avrebbe potuto immaginare?».
L’amica, che abita nel residence in cui risiedeva Lorena, ha detto di aver visto una pattuglia dei carabinieri al venerdì. «Il proprietario mi ferma e mi dice: hai sentito Lorena? Lorena ti ha per caso telefonato? Ho detto no assolutamente. Ho detto: ma è successo qualcosa? Lui mi disse che i carabinieri erano andati nella stanza dove alloggiava Stefano e per verificare se c’era qualcosa, se avesse lasciato qualcosa. Da quello che so non c’era nulla. I ragazzi non erano in camera. Io non so dove li abbia portati».
In attesa della relazione che il medico anatomopatologo Elena Invernizzi, che ha eseguito le autopsie sui corpi di Lorena Vezzosi e Stefano Del Re, depositerà - ha due mesi di tempo a disposizione —, gli inquirenti continuano con le indagini per ricostruire tutti i passaggi della drammatica vicenda. È stato previsto ad esempio un nuovo sopralluogo, nel garage della palazzina in cui viveva insieme la coppia fino a dicembre dello scorso anno. Il garage che è stato posto sotto sequestro come l’appartamento, da cui sarebbe stato sottratto il lenzuolo in cui sarebbe stata avvolta Lorena, poi ritrovato nell’abitacolo della vettura.
Alla base di quel garage qualcuno ha lasciato nei giorni scorsi un cero, un toccante ricordo della tragedia.
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