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IL REPORT

In provincia di Cremona si assume: 5000 nuovi contratti

Saldo positivo nel primo trimestre del 2024, mentre cala il numero di aziende

Stefano Sagrestano

Email:

stefano.sagrestano@gmail.com

13 Luglio 2024 - 05:30

Occupazione

CREMONA - Non bisogna lasciarsi andare a facili entusiasmi, ma il dato provinciale del primo trimestre di quest’anno, relativo al saldo tra assunzioni e cessazioni di contratti di lavoro, segna un confortante più 5.000 unità. Un incremento importante dell’occupazione. Nel primo e secondo trimestre 2024 le aziende della provincia di Cremona hanno previsto di assumere complessivamente 15.500 persone, così distribuite tra i due periodi: circa 8.200 nel primo e 7.300 nel secondo. In entrambi i casi, il numero è superiore rispetto all'ultimo trimestre del 2023 (6.620, con un aumento del 24% e del 10% rispettivamente per i due trimestri), così come lo è rispetto allo stesso periodo di un anno fa: 600 assunzioni programmate in più rispetto al primo trimestre del 2023 (+8%) e 700 in più rispetto al secondo trimestre del 2023 (+11%). Focalizzando l’attenzione sui soli due trimestri del 2024, nel periodo aprile-giugno si nota un aumento di quasi 2 punti del peso relativo del settore del turismo, facilmente imputabile alla stagionalità. 

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lavoro

Nel comparto industriale, la quota del settore manifatturiero si mantiene sostanzialmente stabile (intorno al 35%), mentre le costruzioni risultano in crescita (+1,7%). I dati sono quelli contenuti nel report di Unioncamere Lombardia. «Il dato più significativo – si legge nel documento – evidenziato dalle statistiche del Sistema informativo excelsior continua ad essere l'elevata percentuale di candidati difficili da trovare, pari rispettivamente al 54% e al 51% del totale nei due trimestri considerati (due terzi dei casi sono dovuti alla mancanza di candidati). Di conseguenza la richiesta di esperienza diminuisce (di oltre cinque punti nei due trimestri analizzati), venendo considerata un requisito meno vincolante durante la selezione. Risultano in calo le opportunità lavorative per le candidate donne, mentre sono stabili intorno al 30% quelle per i giovani. Infine, riguardo ai contratti e al livello di istruzione, il secondo trimestre del 2024 mostra due aspetti connessi alla stagionalità: l’incremento dei contratti a tempo determinato e l’aumento delle assunzioni per cui non è richiesto un titolo di studio superiore all'obbligo». Sul versante delle aziende, prosegue l’emorragia.

«Il numero di imprese attive nella provincia di Cremona è calato di 78 unità rispetto al trimestre precedente, attestandosi a quota 24.711 — prosegue l’indagine —: ciò significa il valore più basso di tutto il periodo osservato, dopo che già nel quarto trimestre 2023 era stato registrato il peggiore degli ultimi anni. La diminuzione rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente è superiore alle 200 unità e tale riduzione è evidente in tutti i principali settori economici». Il settore agricolo ha registrato una diminuzione negli ultimi 12 mesi di 77 unità, che rappresenta la variazione negativa più elevata in termini percentuali (-2,2%). Allo stesso modo, rispetto al primo trimestre del 2023, sono venute meno le imprese attive nel settore dei servizi, con un calo di 93 unità (-0,6%), mentre l’industria scende solamente di 19 (-0,5%). In termini di variazione congiunturale (ovvero rispetto alla fine del 2023), tra i settori in calo spicca quello del commercio, con una riduzione di 48 unità, seguito dall’agricoltura meno 44 imprese negli ultimi tre mesi. L’analisi di Unioncamere si conclude con il saldo tra iscrizioni e cessazioni d’impresa. «Così come era avvenuto nell’ultimo trimestre del 2023, risulta negativo anche nei primi tre mesi di quest’anno: nel periodo preso in esame si sono, infatti, registrate 476 iscrizioni di nuove imprese (un numero sostanzialmente in linea con quello del corrispondente periodo del 2023), di cui 151 nell’industria e nelle costruzioni (-16 rispetto ad un anno fa) e 289 nei servizi (in aumento di 20 unità rispetto allo stesso trimestre dell’anno scorso)».

Un livello che non è in grado però di compensare quello delle cessazioni, che risultano superiori: nel periodo gennaio-marzo del 2024 hanno infatti concluso l’attività 609 imprese (di cui 164 nell’industria e costruzioni e 369 nei servizi). Il bilancio, cioè il saldo tra imprese iscritte e cessate, si presenta, dunque, negativo (-133 unità, considerando anche il -40 fatto registrare nel settore agricolo), dopo che il 2023 si era chiuso con un saldo positivo (+82, al netto delle cancellazioni d’ufficio), che poteva far presagire una dinamica di nati-mortalità delle imprese differente per questo inizio di 2024. L’indagine di Unioncamere prende anche in esame la situazione regionale a confronto con quella nazionale e rivela, per il primo trimestre 2024, una situazione diversificata nel comparto manifatturiero provinciale per i settori industria e artigianato. L’industria mostra un assestamento congiunturale con una riduzione della produzione (-1,7%): si tratta probabilmente di un ‘effetto rimbalzo’ dopo il 3,2% dell’ultimo trimestre 2023. Anche la variazione del fatturato è negativa (- 1,7%), così come quella degli ordinativi (-1,1% quelli interni, -1,9% quelli esteri). Il quadro tendenziale dell’industria rimane stabile per la produzione (-0,2%), con una flessione per il fatturato (-3,6%) e per gli ordini interni (-1,3%), mentre gli ordini esteri si collocano in territorio positivo (+0,4%).

Dopo l’exploit positivo dello scorso trimestre, con l’inizio del 2024 l’industria cremonese si allinea al risultato regionale (-1,1%), mostrando la medesima intonazione negativa che caratterizza anche l’esito nazionale (-1,0%). In termini tendenziali, invece, in Lombardia risultano in crescita le imprese industriali di Varese (+3,2%), Sondrio (+3,1%), Lodi (+2,6%) e Milano (+2,1%) e si posizionano in area negativa le restanti province. Tra queste, Cremona registra la contrazione più contenuta, -0,2%.

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