L'ANALISI
10 Luglio 2024 - 12:28
Matteo Piloni
CREMA - «Nel solo 2023, all’interno delle strutture pubbliche delle Asst di Cremona e di Crema, si sono registrati ben 134 episodi di aggressioni ai danni del personale sanitario, 129 a Cremona e 5 a Crema. Ciò significa che, in media, c’è un professionista che viene aggredito ogni due giorni e mezzo». È la denuncia del consigliere regionale del Pd Matteo Piloni dopo aver analizzato i dati rilevati da ACSS, l’Agenzia di controllo del sistema sociosanitario lombardo, ottenuti tramite un accesso agli atti effettuato insieme ai colleghi del gruppo, nelle scorse settimane.
«Balza all'occhio la notevole differenza tra i dati dell'Asst di Cremona e quella di Crema – sottolinea Piloni - e su questa differenza sarà importante approfondire i motivi che si possono individuare anche tra le mancate segnalazioni di aggressioni o minacce verbali. Purtroppo, i dati ci dicono chiaramente che dobbiamo fare di più per prevenire la violenza nei presidi sanitari. Notiamo che, sul totale, oltre il 71% riguarda aggressioni, fisiche o verbali, a danno di infermieri: presso l’Asst di Cremona sono stati registrati 92 casi, di cui 12 riguardano infermieri pediatri, e 4 a Crema».
«Il personale medico è stato bersaglio in 24 casi (23 erano medici chirurghi) e gli Oss in 7 - prosegue il consigliere -, tutti a Cremona. I pronto soccorso sono i luoghi più sensibili, con 60 aggressioni totali, di cui una soltanto a Crema. Sempre a Cremona sono stati registrati 31 casi in area degenza e 9 presso il servizio psichiatrico. In Ats Valpadana, infine, sono state registrate 4 aggressioni verbali agli sportelli, nei confronti di medici veterinari. Questi dati allarmanti riflettono comunque una situazione critica non solo a livello locale – sottolinea Piloni - ma in tutta la Lombardia, dove, tra strutture pubbliche e private, nel 2022 si sono registrate 11.508 aggressioni e nel primo semestre 2023 ne sono state registrate 6.961, con una media di 38 attacchi al giorno».
Le possibili soluzioni? «È necessario un intervento forte da parte di Regione Lombardia per tutelare al massimo il personale, non solo applicando la legge regionale del 2020 che fino ad oggi è rimasta lettera morta – attacca Piloni -, ma anche potenziando la sanità territoriale e dunque filtrando gli accessi impropri in ospedale. L’eccessiva presenza di pazienti, in particolare nei pronto soccorso, genera infatti molte ore di attesa che alimentano esasperazione, stress e rabbia nei confronti del personale incolpevole che, anzi, subisce la stessa situazione, essendo sotto organico e in prima linea per garantire un servizio. Ecco perché - conclude il consigliere dem - è necessario investire al più presto nei servizi territoriali, nelle case di comunità e soprattutto in politiche di assunzione di nuove personale sanitario».
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