Cerca

Eventi

Tutti gli appuntamenti

Eventi

CREMA: IL NODO SICUREZZA

Aggressioni in ospedale, sale il timore: «Chiediamo un segnale forte»

I sindacati: «L’Asst si costituisca parte civile contro l’autore dell’ultimo raid, sarebbe un precedente virtuoso»

Stefano Sagrestano

Email:

stefano.sagrestano@gmail.com

09 Luglio 2024 - 05:05

Aggressioni in ospedale, sale il timore: «Chiediamo un segnale forte»

CREMA - I sindacati chiedono all’Asst di costituirsi parte civile nei confronti dell’aggressore dei cinque operatori del Pronto soccorso, fermato solo grazie all’intervento delle forze dell’ordine. «Serve un segnale forte nei confronti di simili episodi di violenza, a tutela dei lavoratori dell’interno ospedale Maggiore, a garanzia di tutto il comparto dell’area di emergenza urgenza, uno dei punti più a rischio del nosocomio» sottolinea Rosario Miccichè , segretario territoriale e responsabile per l’area di Crema della Uil funzione pubblica. La richiesta è stata presentata ieri dai partecipanti al tavolo sindacale convocato dall’Azienda anche per un confronto su quanto accaduto un paio di settimane fa.

Il direttore amministrativo dell’Asst di Crema Giuseppe Ferrari 

Presente per l’Asst il direttore amministrativo Giuseppe Ferrari. Gli infermieri aggrediti, tre dei quali avevano avuto prognosi da tre a cinque giorni, sono ormai tutti rientrati al lavoro, hanno già sporto querela nei confronti dell’esagitato che li aveva presi a calci e spintoni in piena notte. «Chiaro che avere l’Asst al proprio fianco avrebbe un significato importante, anche per rassicurare i lavoratori e creare un precedente che faccia da deterrente – aggiunge Miccichè –: l’azienda ha preso atto e ci farà sapere». Altri temi sul tavolo relativi alla sicurezza del Pronto soccorso sono quelli della richiesta di dotarlo di un posto di polizia, eventualità però di difficile organizzazione.

Non va comunque dimenticato che l’ospedale è a brevissima distanza, sia dal Commissariato, sia dalla caserma dei carabinieri. C’è anche da rimarcare che, per come è strutturato, il pronto soccorso non ha alcun controllo degli accessi. Si può praticamente entrare inosservati, passando dal retro. Anche su questo punto ieri c’è stato un confronto tra sindacati e azienda. «Ci sono già stati dei sopralluoghi da parte del responsabile della sicurezza- conferma il sindacalista della Uil funzione pubblica – per capire come poter intervenire per creare una zona di filtro. L’azienda è assolutamente disponibile a fare quanto in suo potere per garantire la sicurezza del personale».

Rosario Miccichè (Uil)

Su questo tema nei giorni scorsi lo stesso Ferrari, anche per conto del direttore generale dell’Asst Alessandro Cominelli, aveva scritto proprio alla Uil. Oltre ad esprimere piena solidarietà agli operatori aggrediti, aveva assicurato che «al fine di scongiurare il ripetersi in futuro di analoghi episodi, verrà posta la massima attenzione a garantire la prevenzione di atti di violenza, prevedendo, tra l’altro, attività formative specifiche rivolte al personale di interesse». L’adesione a questi corsi di auto difesa o comunque a incontri con esperti per imparare ad affrontare situazioni complicate, sarà ovviamente su base volontaria e aperta a tutti coloro che lavorano a stretto contatto con il pubblico. Casi di intemperanze, fortunatamente senza aggressioni fisiche, ma con atteggiamenti aggressivi e attacchi verbali anche violenti, si sono verificati infatti anche al centro unico prenotazioni e in situazione ambulatoriali.

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su La Provincia

Caratteri rimanenti: 400