L'ANALISI
05 Luglio 2024 - 09:59
Marco Olzi e il municipio di Cremona
CREMONA - Bianca, rossa e soprattutto verde: la fiamma tricolore di Fratelli d’Italia guizza dell’energia del ricambio generazionale. Perché a guidare il gruppo consiliare di FdI in sala dei Quadri sarà il 28enne Marco Olzi, nominato l’altra sera con i voti favorevoli dei colleghi Carlalberto Ghidotti, Rosaria Compagnone e Matteo Carotti e quelli contrari di Chiara Capelletti e Luca Fedeli. Segretario di Marcello Ventura in Consiglio regionale, Olzi ha nel curriculum una laurea in Studi internazionali a Trento, una magistrale in Governo e Politiche pubbliche a Pavia e un master di secondo livello in Management della Sanità alla Bocconi.
Al debutto sulla scena politica cittadina, sono arrivate l’elezione con 265 preferenze e, subito dopo, l’investitura a capogruppo: una doppietta pronosticabile all’inizio della campagna elettorale?
«Fratelli d’Italia ha presentato in lista figure autorevoli e di alto profilo. I giorni precedenti le elezioni sono stati accompagnati da un grande punto interrogativo, ma il day after è stato bellissimo».
Quando e come è nata l’idea di scendere in campo a Cremona?
«Ho iniziato a fare politica nel mio comune di residenza, Pieve San Giacomo, a 20 anni appena compiuti. Dopo un mandato nelle file della minoranza, sono stato nominato capogruppo di maggioranza. Mi sono dimesso ad aprile dello scorso anno per incompatibilità tra la funzione di consigliere comunale e l’incarico professionale di segretario al Pirellone. La normativa, però, è cambiata pochi mesi dopo e oggi i due ruoli non sono più considerati in conflitto. La richiesta di candidarmi è arrivata direttamente dal partito, in considerazione della mia giovane età abbinata all’esperienza amministrativa maturata in passato. Ho accettato dopo una riflessione approfondita: candidarsi in un capoluogo non è certo una banalità. Ma la decisione si è rivelata vincente».
Si aspettava che FdI potesse puntare su un giovane esordiente come capogruppo?
«Nessuna sorpresa. Fratelli d’Italia non ha mai avuto timore delle innovazioni, la storia stessa del partito è costellata di iniziative coraggiose: ha portato una donna ad essere premier e ha scommesso su tanti giovani in ruoli apicali».
Quali insegnamenti le sta offrendo l’esperienza in Consiglio regionale?
«Per chi, come me, vive la politica come una passione totalizzante è un onore poter vivere nel centro nevralgico dell’amministrazione lombarda. Mi sto misurando con una sfida dall’altissimo valore formativo, che mi regala la possibilità di esplorare la geografia economica e sociale del territorio, di entrare in contatto con problematiche specifiche e di approfondire la conoscenza dei servizi. Insomma: una palestra importantissima».
Non la spaventa il doppio impegno sull’asse Milano-Cremona?
«Ho tante energie da spendere. Ho messo in conto una vita movimentata, ma d’altra parte ho sempre creduto in quello che faccio. Tengo a precisare che quello del capogruppo non è un lavoro solitario: ho la fortuna di potermi confrontare con la competenza di politici navigati come Capelletti e Ghidotti, con la freschezza di Carotti e con la voglia di fare di Fedeli e Compagnone. La nostra squadra è un perfetto mix fra esperienza, novità e ricambio generazionale. Non vedo l’ora di mettermi al lavoro. Un’opportunità per la quale devo dire grazie a tutti coloro che mi hanno sostenuto e hanno scelto di votarmi».
Quando pesa sul morale l’esito elettorale?
«Si può perdere anche per un solo voto, perché la verità delle elezioni sta sempre nei numeri. D’altro canto la sconfitta di misura conferma la grande voglia di cambiamento che si respira in città. Sono pronto a svolgere un ruolo di raccordo fra il gruppo di FdI e gli altri gruppi della coalizione, senza dimenticare la mano tesa di Luciano Pizzetti: l’apertura al dialogo e la disponibilità al confronto saranno la stella polare del lavoro in Consiglio comunale. Mi e ci attende un’opposizione seria, precisa e attenta. Sarà mia premura ripagare con il massimo impegno chi mi ha accordato la propria fiducia».
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