L'ANALISI
29 Giugno 2024 - 05:20
Il dottor Angelo Pan
CREMONA - Lo spettro del Covid che si riaffaccia proprio nel cuore dell’estate, storicamente la stagione in cui, anche in piena pandemia, il virus si assopiva e concedeva maggiore libertà di movimento. A più di quattro anni dall’incubo del lockdown, quando ormai da almeno un paio sembrava che il Covid fosse fortunatamente solo un terribile ricordo, subentra nuovamente una certa preoccupazione a livello globale.
L’allerta arriva dagli Stati Uniti, ma purtroppo sta trovando riscontro anche in Europa e in Italia. Contagi in forte risalita negli Usa e l’esperienza insegna che i confini geografici non possono nulla contro il virus. Due sono le varianti del Sars-Cov2 che hanno fatto drizzare le antenne a scienziati e specialisti: KP.3 e LB.1, entrambe registrano un forte trend di contagi in salita.
L'epidemiologo Cesare Cislaghi ha espresso «preoccupazione»: se la situazione dovesse procedere con il tasso di crescita delle ultime settimane, avverte, «arriveremmo ad inizio autunno, la stagione più a rischio, con dei numeri preoccupanti». La variante LB.1 è al momento la responsabile del 17.5% delle nuove diagnosi. Secondo gli scienziati, avrebbe una capacità di contagio più alta ed appare destinata a prendere il sopravvento anche sulla KP.3. A livello locale non ci sono per ora segnali di nessun tipo che facciano presagire a una recrudescenza del virus dovuta alle nuove forme.
Angelo Pan, primario di Malattie infettive al Maggiore, usa toni rassicuranti. «Le varianti vanno ovviamente sempre tenute in debita considerazione e si dovrà verificare l’andamento dei contagi nelle prossime settimane, oltre ad avere tutti gli aggiornamenti relativi alle nuove forme. Abbiamo, al momento, solo alcuni casi di persone ricoverate con il Covid, ma si tratta di pazienti con altre patologie e sovente avanti con gli anni. Insomma, la situazione è del tutto in linea con quanto avvenuto negli ultimi due anni. Da moltissimo tempo non vedo forme aggressive del virus».
I numeri, a livello regionale, sono davvero contenuti. «Si oscilla tra i 40 e i 60 casi in tutta la Lombardia, le variabili giornaliere sono poco significative, non c’è dunque nulla da preoccuparsi – aggiunge l’infettivologo –: la situazione è molto stabile e rimane concentrata su un bassissimo numero di casi. La grande differenza è che il Covid non si esaurisce mai, a differenza dell’influenza, che invece si concentra nei mesi autunnali e invernali. Ormai è endemico e ce lo porteremo avanti per anni».
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