Cerca

Eventi

Tutti gli appuntamenti

Eventi

CREMONA DOPO IL BALLOTTAGGIO

Portesani: «Sfiorato il successo, puniti dall'astensione»

«Sono convinto che la mia candidatura non sia stata un errore. I partiti con me. Noi maggioranza al primo turno, a Pavia e Bergamo centrodestra ko senza ballottaggio». Capelletti: «Ora si apra una riflessione seria»

Massimo Schettino

Email:

mschettino@laprovinciacr.it

26 Giugno 2024 - 05:00

Portesani: «Sfiorato il successo, puniti dall'astensione»

Alessandro Portesani e Chiara Capelletti

CREMONA - Dal punto di vista politico la sconfitta elettorale al ballottaggio è stato un quasi pareggio che non mette affatto in discussione la scelta del candidato sindaco indicato dai partiti di centrodestra. Ne è convinto lo stesso Alessandro Portesani, che invita ad un confronto con le altre città lombarde in cui si è votato per il sindaco e il centrosinistra ha vinto al primo turno. Insomma «la scelta del candidato non era sbagliata. Non ritengo sia stato un errore e ne sono convinti anche i partiti della coalizione».


Il giorno dopo la giornata concitata dello scrutinio che ha consegnato la fascia tricolore ad Andrea Virgilio con un margine di 192 voti, Portesani non ci sta a finire sotto accusa e parte in contropiede: «C’è l’amaro in bocca per la consapevolezza di avere conquistato la maggioranza relativa al primo turno, di aver saputo intercettare la voglia di cambiamento dei cremonesi che però non si è trasformata in impegno ad andare a votare anche al ballottaggio. È stata una sconfitta risicata e siamo stati penalizzati dall’astensionismo che caratterizza in particolare l’elettorato del centrodestra. La legge elettorale ha bisogno di essere rivista. C’è una riflessione in corso su questo a livello nazionale con la proposta di Lega e FdI eliminare il ballottaggio e attribuire la vittoria alla coalizione che supera il 40% al primo turno».

Mi perdoni, ma non crede che l’astensionismo sia un sintomo dell’incapacità della politica di rappresentare gli elettori?
«C’è disaffezione e distacco e ed è proprio questa la ragione che mi ha spinto a candidarmi con una lista di cittadini della società civile. Una soluzione che è risultata molto appetita al primo turno».

Però al secondo turno ha perso circa mille voti. Vuol dire che la sua candidatura non è risultata convincente?
«A Pavia e Bergamo il centrosinistra ha vinto al primo turno, a Cremona il centrodestra al primo turno era in testa. Significa che la scelta del candidato non è stata un errore. E del resto i partiti e i loro organi decisori hanno deciso per la mia candidatura in maniera unanime».

Veramente non è stata unanime
«Solo in Fratelli d’Italia in una direzione provinciale fatta da 18 persone c’è stato un voto contrario, quello di Alessandro Zagni. Una scelta, dunque, che è stata presa ad amplissima maggioranza».

Segreterie compatte, ma forse non l’elettorato. Anzi, la lista di Ferruccio Giovetti ha preso oltre mille voti, quelli che sono mancati al ballottaggio?
«Sono mancati tanti elettori e in prospettiva faremo qualche analisi per capire i flussi. Però è anche vero che in molti seggi il mio vantaggio si è rafforzato rispetto al primo turno. Ripeto: eravamo maggioranza al primo turno. Il mio rammarico è di non essere stati in grado di convincere il nostro elettorato a tornare al voto per il ballottaggio. È un nostro problema con cui la politica di centrodestra deve fare i conti».

Qualcuno ha segnalato possibili violazioni del silenzio elettorale in suo danno
«Mi sono stati riferiti dei post sui social e dei messaggi su chat pubbliche che hanno infastidito, ma io non intendo fare polemiche».


Siederà in Consiglio comunale?
«Senza ombra di dubbio. Darò voce a chi mi ha votato. Inoltre proseguirà il percorso di Novità a Cremona, un laboratorio politico che continuerà ad esistere e promuoverà occasioni di partecipazione attiva. È un progetto civico che spero anzi diventi di respiro provinciale».

Nel suo comitato elettorale lunedì pomeriggio si parlava della vittoria di Virgilio come di un «quasi pareggio». È un’analisi che condivide?
«Dal punto di vista numerico la vittoria di Virgilio è incontestabile. Politicamente è vero che ha il sapore di un pareggio. Qualcuno ha avanzato l’ipotesi della richiesta di un riconteggio dei voti, io non ne sento la necessità. Faremo una valutazione insieme alle altre forze politiche e non posso escludere che qualcuno la chieda, ma io non ne sento la necessità. Ci sono 300 schede nulle e faccio fatica a immaginare che siano state annullate tutte a me. Mi fido del lavoro che è stato fatto nei seggi».

CAPELLETTI: «CENTRODESTRA BATTUTO, ORA SI APRA UNA RIFLESSIONE SERIA»

L’invito è pacato, ma deciso: «Ora si apra un percorso di riflessione nel centrodestra e in particolare in Fratelli d’Italia». L’auspicio è di Chiara Capelletti, neo consigliera comunale eletta per il partito di Giorgia Meloni con 267 voti di preferenza. Il suo nome era fra quelli al vaglio di Fratelli d’Italia per la corsa a sindaco prima che il segretario provinciale Marcello Ventura virasse sulla candidatura civica di Alessandro Portesani, portata da Fabio Bertusi.

Portesani ora esclude che la sconfitta del centrodestra sia dovuta alla sua candidatura, appoggiata convintamente dai vertici della coalizione: «Il suo — spiega Capelletti — è un ragionamento corretto da parte del candidato scelto dalle segreterie. I partiti del centrodestra hanno fatto legittimamente una scelta, che io ho deciso di appoggiare candidandomi. Alla legittimità della scelta corrisponde un’assunzione di responsabilità. É dunque auspicabile che si apra un periodo di riflessione. Nel Pd, che pure ha vinto la sfida elettorale, il segretario provinciale Vittore Soldo ha annunciato le sue dimissioni in maniera da liberare la strada al cambiamento. Auspico che la stessa cosa avvenga nel centrodestra e in particolare, in Fratelli d’Italia. Il nostro partito infatti ha un differenziale rilevante fra i voti ottenuti alle Europee e quelli delle amministrative. Riflettiamo sul motivo per cui succede questo da molti anni. Il mio non è un puntare il dito contro Portesani o contro altri, ma se ci rifiutiamo di riflettere commettiamo un altro errore. Ci portiamo dietro i nostri peccati da troppo tempo, serve uno scatto di maturità da parte di tutti. A partire da me, non mi tiro indietro».

Assessore a giovani, sport e cultura nella giunta provinciale ai tempi della presidenza di Massimiliano Salini, Capelletti, ora responsabile della comunicazione dell’Ats Val Padana, era nella rosa dei quattro assessori ‘in pectore’ indicati da Portesani come sicuri componenti della sua squadra durante il dibattito pubblico in piazza del Comune. Parla a titolo personale, «in qualità di consigliera comunale eletta», ma la sensazione è che la sua posizione non sia isolata e che la richiesta di una fase di riflessione sia condivisa anche da altri sia in FdI che in un centrodestra che dal 1995, da quando esiste l’elezione diretta del sindaco, è riuscito ad imporsi una sola volta a Cremona, nel con 2009 Oreste Perri.

«Spieghiamo la sconfitta — aggiunge Capelletti — con l’astensionismo. Ma io ribalto la questione con una domanda: siamo sicuri che abbiamo fatto tutto il possibile per spingere il nostro elettorato ad andare a votare? Dobbiamo farci queste domande altrimenti si riduce la politica ad un gioco e io non ho voglia di giocare. La risposta non è nel profilo del candidato. Tutti dobbiamo metterci in discussione».

La teoria del quasi pareggio non piace a Capelletti: «Non è stata una quasi vittoria nostra o una mezza sconfitta degli altri. È stata una sconfitta. Ora bisogna vedere come il centrosinistra gestirà la vittoria. Noi abbiamo perso e abbiamo altre riflessioni da fare. Auspico l’apertura di un percorso di di discussione e per arrivare a un punto occorre aprire la strada». Come ha fatto nel Pd Soldo.

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su La Provincia

Caratteri rimanenti: 400