L'ANALISI
25 Giugno 2024 - 05:15
CREMONA - Fra i Comuni d’Italia che pagano in anticipo i propri fornitori c’è quello di Cremona: al 26º posto con pagamenti che in media avvengono 12 giorni prima della scadenza. Un dato controcorrente, quello accertato dalla Cgia di Mestre, che al contrario ha rilevato, su e giù per lo ‘stivale’, pagamenti lumaca e conseguenti sofferenze delle piccole e medie imprese. A far girare l’economia sono infatti anche le pubbliche amministrazioni, che complessivamente hanno però debiti commerciali per circa 50 miliardi di euro.
I peggiori pagatori sono i Comuni del Sud Italia (con l’eccezione di Palermo) e nel 2023 la situazione più critica si è registrata a Napoli: i fornitori sono stati pagati con 143 giorni di ritardo. Seguono Andria con 89,5 giorni di ritardo rispetto la scadenza contrattuale, Chieti con +61,8 giorni, Reggio Calabria con +54,8, Agrigento con +53,5 e Isernia con +53. A pagare con maggiore anticipo è invece il Comune di Grosseto: nel 2023 ha pagato in media 21,84 giorni prima della scadenza e nel primo trimestre del 2024 un anticipo medio di addirittura 24,39 giorni.
Cremona detiene il primato in Lombardia, con 13,74 giorni di anticipo nei pagamenti nel 2023 e 9,78 nel primo trimestre del 2024. Buoni anche i tempi di pagamento di Regione Lombardia: un anticipo di poco più di 17 giorni sulle fatture 2023 e di 11 su quelle del primo trimestre 2024. Dati virtuosi, che possono essere ricondotti anche all’incremento produttivo delle aziende locali. Se a livello cremonese e lombardo non c’è dunque nulla su cui recriminare, altrettanto non si può dire a livello nazionale: la Corte di giustizia europea, infatti, ha affermato che l’Italia ha violato l’articolo 4 della direttiva Ue sui tempi di pagamento nelle transazioni commerciali tra amministrazioni pubbliche e imprese private.
L’anno scorso inoltre nove ministeri su 15 hanno liquidato i propri fornitori in ritardo rispetto alle scadenze contrattuali. Maglia nera il ministero del Turismo con un ritardo di 39,72 giorni. Seguono l’Interno con +33,52, l’Università e la ricerca con +32,89 e la Salute con +13,60. Il più virtuoso? Il ministero dell’Agricoltura che ha pagato con un anticipo di 17 giorni.
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