L'ANALISI
22 Giugno 2024 - 18:17
CREMONA - È una sorta di ‘bombardamento a tappeto’, in città e in decine di centri della provincia, il volume di messaggi - nella gran parte viaggiano su WhatsApp e su Sms - incentrati su proposte di lavoro fasulle, al solo scopo di ‘agganciare’ utenti ignari del tranello che finiscono col fornire i propri dati e i propri codici bancari, carpiti da persone senza scrupoli pronti a utilizzarli per mettere a segno furti e truffe.
Questa volta, dunque, come evidenziato da più parti nel corso degli ultimi giorni, non si gioca con i sentimenti (come è accaduto con l’odioso raggiro del finto incidente accaduto al figlio paventato ad anziani genitori, ai quali viene richiesta una ingente somma di denaro da un sedicente avvocato), ma con la necessità di trovare un lavoro. I messaggi confezionati per invogliare la vittima a fornire i propri dati hanno queste due caratteristiche: la prima è l’ampia fascia di età dei destinatari ai quali è diretto, la seconda è che viene proposto un guadagno economico non particolarmente elevato ma utile per le piccole spese.
Anche in questa ultima raffica di messaggi-tranello, come evidenziato dagli esperti e da chi lotta di continuino contro le frodi telematiche, mancano alcuni elementi essenziali invece presenti nelle comunicazioni genuine. In primo luogo non viene indicato il nome dell’azienda con la posizione aperta; secondariamente da quelle righe emergono carenze piuttosto rilevanti a livello linguistico, inclusi vari svarioni grammaticali. Dopo aver presentato il tipo di attività e le condizioni economiche, scatta la trappola vera e propria: ‘Per confermare la tua partecipazione, fai clic sul seguente collegamento per contattare il servizio clienti’.
Non è altro che un classico metodo di ‘phishing’ che ha l’obiettivo di acquisire i dati personali da utilizzare, come detto, per mettere a segno illeciti di varia natura. Ovviamente la prima cosa da fare, per i destinatari di questi messaggi, è quella di non dare alcun credito al messaggio e, soprattutto, di non entrare nel percorso proposto. Di recente la Ranstad, multinazionale olandese che si occupa di ricerca, selezione e formazione di risorse umane, ha inserito sul proprio sito ufficiale una nota sulla quale è inserita questa frase: «Sempre più precisi e difficilmente individuabili, gli annunci di lavoro falsi in rete si stanno diffondendo a macchia d’olio. A volte sono truffe che puntano al riciclaggio di denaro celate abilmente dietro la richiesta di ‘segreterie personali’».
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