L'ANALISI
21 Giugno 2024 - 18:52
CREMONA - Ha negato su tutta la linea. Ha negato di aver tempestato di telefonate l’ex fidanzata, di averla seguita, di averla ossessionata, di averla cercata, pregandola di tornare con lui dopo dieci anni di relazione troncata da lei che, alla fine, esasperata, lo ha denunciato due volte: a giugno del 2021 e nella primavera del 2022.
Una cosa l’ha ammessa: di aver raggiunto l’ex sul posto di lavoro e di averle mostrato un video shock: una mano che caricava una pistola. Ma oggi, nel giorno della sua difesa dall’accusa di atti persecutori, Luca, 36 anni, titolare di una laboratorio di pasticceria in un paese del Cremonese, quel video lo ha giustificato così: «Ho subito delle pressioni di paura. Era per difendermi dall’attuale fidanzato della mia ex che continua a minacciarmi. Lui, per primo, mi ha mostrato un video di un cantiere di notte con una persona a terra e poi il messaggio: ‘Prima o poi qualcuno ti spacca le gambe’».
Tra una settimana, Luca saprà se il giudice lo riterrà o meno lo stalker di Francesca, un lavoro come barista, un nuovo fidanzato, parte civile con l’avvocato Laura Facchetti del Foro di Bergamo, oggi sostituita dalla collega Caterina Pacifici.
Sempre oggi, assistito dall’avvocato Vittorio Patrini, nel venerdì della sua verità, tra un ‘non è vero’ e un altro, al giudice l’imputato ha anche negato di aver mandato una lettera alla madre di Francesca, ai suoi occhi colpevole di averci messo lo zampino nella fine della loro storia d’amore.
Una missiva intrisa di insulti e minacce recapitata il 29 aprile del 2022. Il testo: «Lei e quei quattro bastardi di m... avete fatto di tutto per farci lasciare, quando si alza al mattino, si guarda allo specchio oppure è talmente una persona del... che manco riesce a farlo, talmente è infame, si faccia due ... di domande». E ancora: «È una persona falsa, malvagia, direi inutile... io credo in una giustizia divina davanti a Dio, un giorno e lui ne nel terrà conto... del male che lei ha fatto». E come ultima frase: «Per ora le auguro tante cose belle...». Per l’accusa, una «frase velatamente intimidatoria».
La scorsa udienza, Luca aveva ascoltato il racconto di Francesca che da questa storia finita male è uscita «agitata».
La ragazza aveva fatto mettere a verbale: «Tutti i giorni, anche di notte, ogni cinque minuti mi arrivavano telefonate sul mio cellulare con il suo numero, a volte con ‘privato’ e anche sul fisso di casa tanto che i miei genitori hanno dovuto staccare la spina».
Erano telefonate mute. «Mi sono arrivate anche mentre ero dai carabinieri a fare la denuncia». Francesca aveva proseguito: «L’ho dovuto bloccare anche su tutti i social, perché mi insultava». Luca «voleva riprendere la relazione. Mi diceva: ‘Torna, torna con me’. Tutti i giorni lo trovavo davanti al bar dove io lavoro. Mi facevo accompagnare. Lo trovavo ovunque». In proposito, oggi l’imputato ha spiegato che lui davanti al bar ci passava per recarsi al lavoro. «Non entravo neanche a prendere un caffè». Ha spiegato il perché con Francesca ha avuto contatti anche dopo la fine della relazione. «Solo rapporti professionali», perché Francesca, prima di lasciarlo, a suo dire gli teneva la contabilità del laboratorio di pasticceria. Aveva con sé la documentazione. «Ci siamo visti, perché me l’ha restituita».
Davanti alla giudice, l’ex fidanzata aveva confermato le «aggressioni fisiche». Aveva parlato di «un livido in faccia» e di «lividi quasi sempre sulle braccia, perché se qualcosa non andava, mi strattonava». A sentir lei, Luca avrebbe insultato anche un caro amico. Ce l’aveva con lui, «perché il mio amico mi diceva che la nostra relazione non era sana». Il procedimento in corso è la costola di un processo «per analoghi fatti». Il 30 giugno del 2021, a Luca venne notificato l’avviso di conclusioni delle indagini. Anziché frenarlo, secondo l’accusa lui perseverò. Nel capo di imputazione del processo bis, è scritto che l’ex fidanzato «si presentava in plurime occasioni , talvolta anche più volte al giorno» presso il bar dove Francesca lavorava, «cercando di avere contatti con lei con il pretesto di farsi servire» come cliente, «e controllando così i movimenti» della ragazza.
«Il mio assistito è accusato di atti persecutori nei confronti della ex fidanzata. La lettera era indirizzata alla madre, quindi non c’entra nulla con l’imputazione», aveva già precisato l’avvocato Patrini. Anno 2022. Il 14 maggio, Luca tornò alla carica. Si presentò ancora una volta al bar e a Francesca mostrò dal suo smartphone il video in cui caricava una pistola. Da allora, l’imputato ha il divieto di avvicinarsi a Francesca. Cinquecento metri, la distanza di sicurezza.
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