L'ANALISI
20 Giugno 2024 - 20:42
CREMONA - La padrona di casa in vacanza con i bimbi, le vicine allertate da rumori sospetti provenienti dall’appartamento, le urla e i ladri messi in fuga.
Il furto quasi sventato è storia di martedì sera in via San Francesco, civico 46, quartiere Sant’Ambrogio, palazzina su tre piani. Al primo e al terzo abitano persone anziane, in mezzo Samanta, al mare con i figli.
«Funzionano più i vicini di casa di un allarme. Vorrei ringraziare le signore Lina e Giusy: sono state esemplari. Vorrei sottolineare quanto importante sia un buon rapporto di vicinato per arginare un male sempre più diffuso che sono i furti in appartamento, che ormai non fanno più notizia. Sembra fin che ci siamo rassegnati che sia normale». Il grazie e il messaggio arrivano da Enrico, padre di Samanta.
Racconta com’è andata martedì sera. «Verso le 22.30 mi ha telefonato mia figlia. Le vicine l’avevano chiamata per dirle che sentivano dei rumori in casa». Papà Enrico abita a circa 500 metri, in via Giardino. «Mi sono vestito all’istante e sono volato là di corsa. Dietro il cortile c’era una scala. I ladri si sono arrampicati, hanno aperto un’anta e sono entrati da dietro. Nel frattempo, le vicine si sono messe a gridare e i ladri sono scappati dalla porta principale, una di quelle porte moderne: non hanno la chiave internamente, ma la maniglia per aprire». I ladri sono fuggiti dalle scale sotto gli occhi delle vicine. «Erano in due, molto giovani, carnagione chiara, corporatura normale, né grossi né piccoli. Sono saliti su una macchina bianca con il tettuccio nero. Però a Cremona di macchine bianche con il tettuccio nero ce ne sono. Le signore hanno chiamato i carabinieri».
Il padre di Samanta è entrato nell’appartamento «con un po’ di paura. Era buio, ho acceso tutte le luci. La casa era un po’ a soqquadro, ma pensavo peggio. Grazie alle vicine, i ladri non hanno potuto completare l’opera».
Armadi spalancati, cassetti aperti, abiti buttati all’aria, bigiotteria sul letto. «Hanno tirato fuori un po’ di bigiotteria e qualche catenina in oro che mia figlia non si era portata al mare. Poi, secondo me, qualche cosa hanno scelto. Hanno svuotato i cassetti, ma tutto risolvibile. Danni non ne hanno fatti. Meno male che mia figlia era via con i bambini. Secondo me, i ladri l’avranno curata, lo sapevano che non c’era. Meglio così, meglio che non siano entrati in casa con loro all’interno». Il genitori di Samanta sono rimasti nell’appartamento un’ora, il tempo necessario per controllare cosa «quei due» avessero portato via, per rimettere ordine e sistemare una tapparella.
«È come se fosse una violenza», sottolinea papà Enrico, che voleva fare immediatamente denuncia ai carabinieri, ma non essendo il proprietario dell’appartamento e non avendo la delega, la farà sua figlia. Intanto, si è subito interessato per far installare l’impianto di allarme.
Sulla chat dei vigili di quartiere, nei giorni scorsi era stata segnalata la presenza di una persona che fotografava i campanelli. A sua volta, Lionella Leoni, da due anni presidente del Comitato di quartiere, aveva lanciato l’allarme: «La polizia locale ha ricevuto la segnalazione. Purtroppo incompleta. L’autore trattasi di un uomo sui 40/45 anni. Veicolo probabilmente una Lancia Y. Non ci sono altri dettagli. Prestare sempre attenzione». Di segnalazione in segnalazione, quella di «un signore passato da via Caffi che fotografa i campanelli. Quando si è accorto di essere osservato, si è allontanato in fretta». La guardia resta alta nel quartiere. Dopo l’episodio di martedì, ieri la presidente Leoni ha commentato: «La gente non si sente sicura nemmeno in casa propria».
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