Cerca

Eventi

Tutti gli appuntamenti

Eventi

CREMA

Il ‘caso Strada’: «Dopo tre mandati è ora di cambiare»

I capigruppo di opposizione soddisfatti del lavoro del presidente ma aperti al rinnovo al vertice della Fondazione San Domenico

Dario Dolci

Email:

redazione@laprovinciacr.it

14 Giugno 2024 - 05:05

Il ‘caso Strada’: «Dopo tre mandati è ora di cambiare»

Il presidente della Fondazione San Domenico Giuseppe Strada

CREMA - Con l’approssimarsi della scadenza dei consigli di amministrazione delle fondazioni, sono iniziati a circolare i primi rumors sulle possibili nuove nomine e le manovre per le poltrone. Al centro dell’attenzione, in particolare, è la Fondazione San Domenico, che gestisce il teatro e il civico istituto musicale Folcioni, due istituzioni di rilievo in città, sul fronte della cultura. Le voci che vorrebbero l’attuale presidente Giuseppe Strada messo da parte e quelle che parlano di una candidatura dell’ex giudice della Corte d’appello di Milano Irene Formaggia non potevano passare inascoltate dalle minoranze in consiglio comunale.

Simone Beretta

Simone Beretta di Italia Viva evidenzia subito il risvolto politico della vicenda, che potrebbe delinearsi: «L’impressione è quella che il sindaco Fabio Bergamaschi stia cercando consensi fuori dalla sua maggioranza, dove il sostegno pare venuto un po’ meno, come già aveva fatto nominando Gianni Rossoni, uomo di centrodestra, alla presidenza dell’Area omogenea. Strada ha lavorato bene, rilanciando il teatro dopo la gestione di Giovanni Marotta, anche grazie alla sua bravura nel reperire finanziamenti. L’amministrazione comunale prima ha fatto cambiare lo statuto per consentire la sua riconferma e ora è pronta a farlo fuori. Ci spieghino almeno le motivazioni».

Andrea Bergamaschini

Andrea Bergamaschini, capogruppo della Lega, chiede che i giochi politici non danneggino teatro e scuola di musica: «In qualità di consigliere comunale — afferma — ritengo doveroso ribadire l’importanza della Fondazione San Domenico per la nostra comunità. Il teatro e l’istituto musicale rappresentano due pilastri fondamentali per la cultura e l’educazione artistica. È essenziale che qualsiasi cambiamento alla guida della Fondazione avvenga nel rispetto degli interessi della collettività. Chiederò un confronto con il sindaco su questo tema. Il San Domenico è un vero e proprio simbolo di eccellenza e di impegno civico. La scelta del nuovo presidente deve essere compiuta con grande attenzione, valutando le competenze e la capacità di continuare a promuovere la cultura e l’educazione musicale al massimo livello».

Giovanni De Grazia

Giovanni De Grazia, capogruppo di Fratelli d’Italia, afferma di vedere di buon occhio un avvicendamento alla presidenza e ricorda che sono cambiati i rapporti di forza: «Nove anni di Strada alla presidenza della Fondazione San Domenico sono tanti, forse troppi. Lo stesso diretto interessato dichiara che potrebbe essere contento di smettere. A questo punto, un rinnovamento ai vertici della Fondazione è opportuno e auspicabile. Il Pd e la sinistra sono ormai minoritari in città e sul territorio e di conseguenza lo spazio che stanno occupando, ormai da troppo tempo all’interno delle varie istituzioni, deve essere messo a disposizione delle altre realtà, sia civiche sia politiche, presenti in città. Speriamo che il sindaco Bergamaschi prenda atto di questa nuova situazione e si comporti di conseguenza, senza arroccarsi in difesa dello status quo. Sarebbe un errore politico imperdonabile per Crema, per la stessa sinistra e anche per il suo ruolo di primo cittadino».

Ilaria Chiodo

Maggiore prudenza viene da Ilaria Chiodo, consigliera della lista Borghetti sindaco, che potrebbe cambiare nome dopo il passaggio annunciato di Maurizio Borghetti a Fratelli d’Italia: «Dopo tre mandati — afferma Chiodo — ci sta che ci sia un cambio alla presidenza della Fondazione. Credo che la mossa potrebbe portare dei vantaggi per la città. Altro non voglio aggiungere, in attesa di vedere come si evolverà la situazione».

Laura Zanibelli

La chiusura dei commenti è di Laura Zanibelli, capogruppo di Forza Italia: «È chiaro che quando un Cda è in scadenza, si alzano i rumors sulle scelte future possibili e si rincorrono i nomi sulle nomine. Il tema non è la persona ma l’approccio che il sindaco vorrà avere: in condivisione o no e su quale indirizzo? Ricordiamoci che il consiglio comunale esprime i suoi rappresentanti ma sono i soci a scegliere il presidente e normalmente questo avviene con l’equilibrio che li contraddistingue e tenendo conto delle indicazioni del sindaco. Su questo si deve esprimere. E ancora di più lo deve fare per la Fondazione benefattori cremaschi, anch’essa in scadenza. Sono entrambe realtà di grande rilievo in città, per finalità diverse, dotate di autonomia ma soggette alle nomine. Per la Fondazione Finalpia, invece, le nomine saranno critiche, tenuto conto del percorso in atto e delle difficoltà che si sono sovrapposte, non ultime quelle derivante dal fatto che il sindaco ha sfilato presidente e uno dei componenti».

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su La Provincia

Caratteri rimanenti: 400