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GRONTARDO: LA STORIA

Il maestro dal cuore infinito: «La mia vita per la scuola»

Giacomo Lazzari, quasi 85 anni, ogni giorno alla Media Ugo Foscolo di Levata con i ragazzi

Felice Staboli

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fstaboli@laprovinciacr.it

14 Giugno 2024 - 05:15

Il maestro dal cuore infinito: «La  mia vita per la scuola»

Giacomo Lazzari, classe 1939, maestro di scuola elementare per tutta la sua lunga carriera

GRONTARDO - Ogni giorno, da ormai molti anni, dedicata gran parte della mattinata ai ragazzi che frequentano la scuola media Ugo Foscolo a Levata di Grontardo. Aiuta e supporta chi ha più bisogno, dà una mano a chi incontra qualche difficoltà nella studio e nell’apprendimento: Giacomo Lazzari, classe 1939, maestro di scuola elementare per tutta la sua lunga carriera, da anni dedica tutto se stesso all’attività di volontariato (puro) per gli studenti. Appassionato di fotografia, di musica classica e di canto (è stato anche tenore nella corale di Sant’Ilario a Cremona per molti anni), in silenzio, senza mai chiedere nulla in cambio, giorno dopo giorno, ora dopo ora, manda avanti un’attività preziosa e impareggiabile. Poi, nel corso del pomeriggio, nel suo studio, altri ragazzi, altre ore di lezione, sempre a titolo gratuito, sempre mosso da una generosità che non conosce confini se non quello di rappresentare il senso di tutta la sua vita. E qui racconta le sue motivazioni che ancora oggi, a 85 anni, sono più vive che mai.

Maestro Lazzari, dove trova ancora tante energie?
«Potrebbe sembrare una cosa strana: un mio ex alunno di Vaiano Cremasco, scherzando, qualche tempo fa mi ha detto che sono un ‘drogato’ l’autentica passione della mia vita».

Da cosa è nata?
«Il mio ideale sarebbe stato laurearmi in Lettere. La morte di mio papà, quando avevo undici anni, ha cambiato i miei programmi, non ho potuto frequentare l’università ,a ho frequentato l’istituto Magistrale, serie severo, fino al ‘57, anno in cui mi sono diplomato».

Da lì in avanti una carriera a contatto con gli alunni.
«Superato l’esame di Concorso Magistrale, giovane e inesperto maestro, sono partito da Vaiano, nella scuola elementare, corredato da di ottime teorie pedagogiche ma del tutto privo di esperienza. Mi sento in dovere ancora oggi di ringraziare quei ragazzi, da loro ho imparato tante cose, la nostra amicizia non è mai venuta meno».

Da lì in avanti, l’insegnamento è diventato una vera e propria missione per il maestro Lazzari.
«La vita è, nel suo complesso, qualcosa di insondabile per quanto lo consentono le nostre piccole doti personali e di fronte ad esse non possiamo che chinare umilmente il capo con profondo senso di stupore. È mia convinzione che l’opera educativa della scuola debba favorire la presa di coscienza di se stesso come persona, come cittadino del mondo».

Dopo Vaiano, la sua carriera ha toccato molti altri centri.
«A Vaiano sono restato cinque anni, poi Montodine, Madignano, Alfiano, Levata (il mio paese di residenza) Pieve Terzagni e Pescarolo dove sono rimasto per oltre 20 anni. In questi anni si usa dire che ho seguito la crescita di generazioni e generazioni di ragazzi ed in effetti è andata così».

Una volta raggiunta l’età della pensione, è cominciato un altro pezzo di strada.
«Terminata la mia attività ufficiale ho svolto gli anni di volontariato a Pescarolo dal 1998 al 2018 e poi, al contempo, dal 2006, presso la scuola media di Levata dall’anno scolasti co 2006. Una attività che porto avanti anche oggi: alfabetizzazione per gli alunni provenienti dall’estero e e sostegno per i ragazzi che presentano qualche difficoltà nell’apprendimento. Da cristiano credente, al di là delle mie tante incoerenze, intendo continuare finché avrò l’energia e la salute necessarie al raggiungimento delle finalità che mi prefiggo».

Alla fine la domanda rimane: dove trova la forza per andare avanti ogni giorno?
«Considero la mia professione la più bella del mondo, vivere tra i ragazzi le mie giornate di ‘vecchio maestro in pensione’ mi fa sentire ancora giovane nella mente: pensano loro a tenermi sveglio».

Che cosa le rimane di tutti questi anni da volontario nella scuola?
«Spero di aver donato agli studenti, oltre alle conoscenze, qualcosa di me. I ragazzi mi hanno dato moltissimo, certamente più di quanto io sia riuscito a dar loro. Li ringrazio con affetto, insieme ai tanti colleghi del passato e a quelli con cui collaboro attualmente: sono stati e sono tuttora la mia grande, stupenda famiglia...».

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