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Non maltrattò la moglie: assoluzione

Brescia cancella la condanna per l’ex direttore di banca. «La suocera interferiva»

Francesca Morandi

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fmorandi@laprovinciacr.it

12 Giugno 2024 - 19:25

Non maltrattò la moglie: assoluzione

CREMONA - La corte d’appello di Brescia ha ribaltato la sentenza di condanna a 3 anni e 2 mesi e assolto un ex direttore di banca, 64 anni, da tre in pensione, accusato di maltrattamenti — violenza psicologica («Non vali niente, fai schifo») ed economica — sull’ex moglie di 10 anni più giovane, dal 2003 al marzo del 2022. E con l’assoluzione, gli è stata revocata la misura del divieto di avvicinarsi alla donna. Soddisfatti gli avvocati Mimma Aiello e Francesca Melillo: «Abbiamo sempre creduto nell’innocenza del nostro assistito, che ha sempre dato una versione alternativa credibile». All’interno della coppia, il vero problema, semmai, era un altro, «l’interferenza della suocera».

Nel processo a Cremona, dove l’imputato era stato anche condannato a risarcire con 3mila euro l’ex moglie, parte civile, l’ex bancario (è stato direttore in diverse filiali fuori provincia), aveva parlato di «una normale vita di coppia, una coppia felice. In 20 anni, avremo avuto due, tre discussioni, ma solo verbali». E di una «suocera onnipresente nella mia famiglia. Semmai, i rapporto tesi li avevo con lei».

La sua difesa. «Fino all’8 marzo del 2022 ero la persona più felice del mondo». Poi, «sono cascato dal mondo delle nuvole». È accaduto quando i carabinieri gli notificarono la misura dell’allontanamento dalla casa familiare e il bancario scoprì che, proprio nel giorno della festa delle donne, sua moglie lo querelò, accusandolo di averla maltrattata. Per vent’anni, dal 2003, l’anno del matrimonio dopo i 4 di fidanzamento. E di aver maltratto il loro figlio dal 2015, anno di nascita del bimbo, accusa, questa, già caduta nel primo processo. L’ex coniuge si era battuto per dimostrare ai giudici di non essere quel «mostro» dipinto dalla moglie, «perché io l’ho sempre amata, rispettata. Con lei ho avuto poche discussioni».

E le offese come «non vali niente, fai schifo, sei brutta ?». «Ma scherziamo? Io non l’ho mai offesa. Perché avrei dovuto offenderla? L’ho messa un po’ con le spalle al muro. Le ho chiesto: ‘Se tu dovessi scegliere tra me e mia suocera?’». La suocera «con la quale non andavo molto d’accordo. Io ero schietto con lei come lei con me». La suocera che «se io facevo a mio figlio la torta o il budino, il giorno dopo, la torta o il budino gliela faceva la nonna, perché i suoi erano più buoni. Tornava da casa della nonna con i disegni: lui, la nonna e la mamma. A mio figlio dicevo: ‘E il papà dov’è ? Lo sai che ti voglio bene’. E lo abbracciavo». La suocera «che era sempre con noi: ci sono foto di gite, Capodanni, in cui lei c’è sempre».

Un amico di famiglia che conosce i due da 20 anni e che li frequentava una volta a settimana, al processo raccontò: «Io vedevo una bella coppia». «Una coppia molto affiatata: mio fratello l’adorava. Credo sia uno degli ultimi uomini innamorati sulla faccia della terra», testimoniò la sorella dell’ex bancario, ora assolto in appello.

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