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Caso Intercos, fumata nera al vertice

Incontro di mediazione in Prefettura, la Cgil boccia la proposta dell’azienda: «Insoddisfacente»

Stefano Sagrestano

Email:

stefano.sagrestano@gmail.com

10 Giugno 2024 - 21:23

Caso Intercos, fumata nera al vertice

DOVERA - Si è concluso con un sostanziale nulla di fatto l’incontro di mediazione tra le parti, dirigenza Intercos e Filt Cgil, convocato oggi pomeriggio dal prefetto Corrado Conforto Galli. Un vertice organizzato a Cremona per cercare di trovare una mediazione nella vertenza che interessa una cinquantina di lavoratori di un’impresa esterna del gruppo internazionale cosmetico che ha tra le proprie sedi quella doverese e quella di Romanengo.

«Non riteniamo soddisfacente la proposta dell’azienda che prevede di assorbire i 50 lavoratori dell’impresa esterna con un contratto multiservizi passando se mai tra qualche mese a quello gomma plastica, sicuramente più favorevole. Ci chiediamo, se davvero hanno questa intenzione, perché non lo fanno subito?». Così il sindacalista Giacomo Morabito ha bocciato la proposta al termine del vertice. I lavoratori, soprattutto donne, vogliono un nuovo contratto chimico.

A questo punto non è escluso che riprendano la protesta, cominciata la scorsa settimana, bloccando gli ingressi di prodotti e merci nella fabbrica di Dovera. La Filt Cgil aveva parlato di dignità e rispetto delle normative sul contratto collettivo nazionale. La società, a marzo, aveva comunicato la disdetta del contratto d’appalto con un fornitore terziario, dichiarando l’internalizzazione e lo spostamento del personale nel nuovo sito di Romanengo.

«Tuttavia, alle 50 lavoratrici interessate – hanno ricordato i loro rappresentanti – non sarà applicato né il contratto chimico già in essere per gli altri dipendenti dell’azienda, né altri contratti di settore come quello trasporti, merci e logistica, bensì il multiservizi, peggiorativo, sia dal punto di vista economico, sia di tutele». Indicativamente significano 300 euro in meno in busta paga. Dall’azienda, già la settimana scorsa, avevano bollato l’agitazione come «del tutto immotivata. In particolare, come già comunicato alle rappresentanze sindacali, pur in assenza di qualunque obbligo di legge, ci siamo resi disponibili ad assumere a Romanengo i 50 lavoratori dipendenti del fornitore a cui, a fine mese, non rinnoveremo il contratto. Garantiremo anche un servizio navetta».

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