L'ANALISI
03 Giugno 2024 - 20:15
CASALMAGGIORE - Acque agitate alla Fondazione Busi, dove la nuova organizzazione del lavoro, introdotta dal primo giugno, ha sollevato proteste dalla sigla sindacale Usb Lavoro Privato Federazione Lombardia che ha proclamato lo stato di agitazione il 23 maggio, diffidando l’ente, con una comunicazione di Francesco Signorelli.
La Fondazione respinge tutte le accuse. Le due parti si sono incontrate oggi pomeriggio in Prefettura per la ‘procedura di raffreddamento’, volta a prevenire scioperi e altre forme di protesta. «Nulla di fatto – dice Signorelli —, negano tutto, nonostante una dipendente nostra rappresentante abbia confermato quanto diciamo. Convocheremo un’assemblea online per decidere le modalità di mobilitazione. Forse uno sciopero».
L’Usb contesta la matrice dei turni, ritenendola illegittima. Ritiene poi che alcuni compiti affidati a diverse figure professionali potrebbero configurare un demansionamento. Lamenta la modifica unilaterale dei contratti di lavoro individuali, parla di «arbitrarietà nell’utilizzo dei permessi» e sostiene che si sono dipendenti con decine di giorni di ferie arretrate.
Roberta Bozzetti, presidente della Fondazione, risponde: «La Fondazione ha sempre operato nell’interesse degli utenti, delle famiglie e dei lavoratori, mantenendo un’integrità morale e professionale che non deve essere messa in discussione. Sono garantite le corrette relazioni sindacali con le organizzazioni firmatarie dei Contratti collettivi nazionali di lavoro applicati in Fondazione». Sottolinea che la recente riorganizzazione ha l’obiettivo di garantire l’erogazione dei servizi mantenendo alti standard di qualità e sicurezza, rispettando i diritti dei lavoratori.
«La Fondazione a seguito di costanti interlocuzioni con FP Cgil, Cisl FP e Uil FPL ha apportato significative modifiche alla turnistica già dal 22 maggio per conciliare il diritto alle ferie, la sostenibilità dei servizi e il rispetto della normativa vigente in materia di orario di lavoro». Durante l’incontro sindacale del 31 maggio è stata ratificata un’intesa sui punti oggetto di attenzione: «Nessun contratto di lavoro è stato modificato unilateralmente o senza consenso. La Fondazione ha sempre rispettato le disposizioni legislative e ha attuato i dovuti correttivi quando segnalati correttamente. Non risultano casi di demansionamento oltre i limiti previsti dalla legge e la matrice dei turni è stata più volte oggetto di confronto con i dipendenti. La Fondazione – conclude Bozzetti – rimane aperta al dialogo e alla collaborazione con tutte le parti coinvolte e legittimate, pur opponendosi a ogni forma di ostruzionismo che non rispetti il principio della costruttività».
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