L'ANALISI
31 Maggio 2024 - 19:10
CREMONA - Il voto si avvicina, la campagna elettorale entra nel vivo e il candidato del centrodestra Alessandro Portesani alza il tiro. Lo fa raccontando (nella sua visione) il caso di palazzo Cittanova: «La dimostrazione certificata, carte alla mano, che la giunta comunale ha inanellato una serie di falsità e di incapacità amministrativa che fa letteralmente rabbrividire e che dovrebbe far meditare gli elettori. La conseguenza è sotto gli occhi di tutti: aver privato Cremona di uno dei suoi più importanti palazzi storici. Una vera Caporetto».
Parte da lontano, Portesani: «Tutto inizia quando Regione Lombardia pubblica il ‘Piano Lombardia 2021- 2022 – Criteri per l’assegnazione di contributi per la valorizzazione del patrimonio pubblico lombardo a fini culturali: innovazione e sostenibilità’: 10.037.500 di contributo. La giunta Galimberti/Virgilio prepara un progetto di ristrutturazione e messa a norma del Cittanova per 988.157,65 euro e lo invia a palazzo Lombardia. Il primo giugno del 2022 sul Burl (Il bollettino Ufficiale di Regione) appare il decreto di valutazione e finanziamento dei progetti. Quello di Cremona finisce miseramente al 41º posto, come si evince dall’allegato 3 dello stesso decreto della Direzione Generale dell’assessorato alla Cultura regionale, dietro ad altri capoluoghi di provincia come Pavia e Sondrio e a centri assolutamente minori come Volta Mantovana, Belgiosio, Ponte Lambro, Soncino, Rho. È evidente che il Nucleo di Valutazione Regionale ha rilevato delle criticità nel progetto. Tanto che lo stesso viene ammesso e dichiarato ‘finanziabile’, ma non finanziato. E la differenza è fondamentale».
Spulcia le carte, Portesani: «Nell’allegato 4 — incalza — il progetto è escluso dal finanziamento perché passano solo i primi 15, che si prendono tutta la cubatura finanziaria del bando. Ed è qui che inizia la Caporetto di Virgilio. Il 7 ottobre 2022, cinque mesi dopo la pubblicazione del decreto, il vice sindaco annuncia che Cremona ha vinto il bando per il finanziamento: una falsità, perché era stata Pavia a risultare prima con un progetto da 1.199.996 euro. Erano però mesi che ufficialmente si sapeva che il progetto non aveva ottenuto il finanziamento. Mi chiedo: era una bugia appositamente raccontata ai cremonesi o una totale incapacità dell’amministrazione di leggere il documento ufficiale della Regione?».
Va all’uno contro uno con Virgilio, Portesani: «Con l’assessore Burgazzi, proclama che i lavori sarebbero partiti entro il 2023. Con quali soldi visto che non c’erano? E infatti passano mesi. Il 17 marzo 2023 Virgilio, che sa di aver raccontato una falsità o si accorge di non aver letto per intero il Bollettino Ufficiale della Regione, capito di non aveva vinto alcun bando e che gli euro stavano a zero, dice sbrigativamente che il finanziamento non c’è più, ma nessuno dell’amministrazione spiega perché. Anzi: si appunta che verranno chiesti lumi in Regione. Peccato fosse già passato quasi un anno dalla pubblicazione ufficiale del decreto. E ancora giovedì, davanti ai veterinari della Scivac, ha ripetuto di chiedere informazioni alla Regione, che ha già parlato da quasi due anni».
Nel mirino di Portesani, dopo Virgilio entra Luca Burgazzi, assessore alla Cultura: «Con Galimberti ha sempre propugnato l’importanza del palazzo, ma purtroppo dalle carte si evince che il Comune non avrebbe messo un solo euro per il recupero del Cittanova. Al contrario di tante altre amministrazioni che hanno tirato fior di denari. Ad esempio Pavia, con 200.000 euro. Questo mancato cofinanziamento ha gravato sulla bassa posizione del progetto cremonese facendolo finire fuori dal finanziamento».
La domanda: «È legittimo chiedersi. Era vero l’interesse di Galimberti e della sua giunta per questo spazio dei cremonesi? O erano solo parole al vento?». L’autorisposta per conclusione: «Mi chiedo se veramente i cremonesi vogliano ridare la loro fiducia a questo centrosinistra: sarebbe un suicidio viste le sfide che aspettano la nostra città».
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