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CREMA. OSPEDALE MAGGIORE

Solo due letti ogni mille abitanti, ne mancano 160: maglia nera

Lo standard nazionale è di tre. Il direttore Cominelli: «Ulteriore riduzione dopo il Covid, mancano infermieri»

Stefano Sagrestano

Email:

stefano.sagrestano@gmail.com

01 Giugno 2024 - 05:30

Solo due letti ogni mille abitanti, ne mancano 160: maglia nera

CREMA - Storicamente il distretto sanitario cremasco è sempre stato sottodimensionato, come numero di posti letto per acuti, ossia chi ha bisogno di essere ricoverato in ospedale. Ma le cose sono ulteriormente peggiorate negli ultimi anni, in particolare nel post pandemia. Lo conferma l’analisi del direttore generale dell’Asst, Alessandro Cominelli, allegata al bilancio di esercizio 2023 dell’azienda.

Crema e il suo territorio, con un bacino di 160mila abitanti, hanno un tasso di posti letto pari a due ogni mille residenti. La media nazionale è superiore a tre. Significa 320 posti per acuti. Se Crema e il suo comprensorio fossero in linea con il resto del Paese, dovrebbero essere 480. E per fortuna che il tasso di ospedalizzazione dei cremaschi è molto inferiore a quello italiano: 108 su mille abitanti, contro i 160 nazionali.

«La dotazione dei posti letto per ricoveri ordinari acuti dell’Asst — scrive Cominelli — è sottodimensionata per rispondere alle necessità della popolazione di riferimento e si è ulteriormente ridotta nell’ultimo periodo, per la riduzione della disponibilità di personale infermieristico. La carenza di specialisti, seppure significativa, impatta meno sulla riduzione dei posti letto e ha maggiore impatto sulla tipologia e quantità di prestazioni. Il fenomeno è il risultato di tre azioni coincidenti e contrastanti. Quelle di efficientamento degli ospedali disposte dalle programmazioni nazionali e regionali, che hanno determinato una contrazione delle risorse a cui l’azienda di Crema ha risposto oltre le aspettative. L’incremento e mantenimento della popolazione del bacino di riferimento. E la crescente difficoltà al reclutamento di risorse infermieristiche, manifestatosi in modo evidente dall’epoca Covid in poi».

Cominelli prosegue, sottolineando come «il rapporto posti letto per abitanti rappresenti ancora un fattore estremamente critico, che fa saltare il delicato equilibrio raggiunto, in particolare nel periodo invernale. A queste considerazioni si aggiunge il trend di accessi al pronto soccorso del Maggiore e in ascesa dopo il calo significativo nel periodo Covid». Inoltre l’Asst di Crema ha un bacino di riferimento in continua espansione. «Si è ampliato a comuni verso l’area di Lodi e del Basso lodigiano, nonché verso Milano».

E la relazione del direttore pone in evidenza che a partire dal 2022, dunque in epoca post Covid, «per adeguare le degenze alle risorse infermieristiche disponibili, sono stati ridotti circa 15 posti letto dell’Area chirurgica e vengono attivati al bisogno 12 posti letto per far fronte al picco di ricoveri stagionale, in aggiunta ai 12 della sezione di Medicina d’accettazione ed urgenza, già attiva dal dicembre 2017. Nel presidio di Rivolta d’Adda, dal 2021 sono stati ridotti di 20 unità i letti delle unità operative di Riabilitazione specialistica. «Si conferma il persistere della carenza di personale — entra nel dettaglio Cominelli —: nel periodo successivo al 2019, il fenomeno si è accentuato.

Nell’ottica di una pianificazione che contempli un ritorno alla situazione pre-emergenza, si consideri che attualmente, a livello di macroindicatori, il numero di specialisti presenti rispetto al 2019 è ridotto di almeno 36 unità. L’introduzione di nuovi ulteriori standard per le funzioni connesse alle reti clinico-assistenziali (neuroscienze-stroke unit, unità semintensive, copertura delle guardie pneumologiche e radiologiche) sommate al ripristino del deficit di specialisti già presenti nel 2019 (Pediatria, Ostetricia, Areu, Ortopedia) portano ad un deficit numerico di oltre 80 unità specialistiche. Inoltre, il turn over infermieristico non copre il fabbisogno e ha un saldo negativo. Gli infermieri sono diminuiti di 30 unità nel 2023». I concorsi per nuove risorse umane, sia medici, sia infermieri, vengono comunque aperti continuamente. E la facoltà di infermieristica, ospitata in città, prepara ogni anno laureati. Ma ciò non basta a sopperire alle carenze di figure.

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