Cerca

Eventi

Tutti gli appuntamenti

Eventi

TORRE DE' PICENARDI

«Così non si educa ai sani principi»

L’avvocato Spampinato contro l’assoluzione di padre e figlio accusati di aggressione

Francesca Morandi

Email:

fmorandi@laprovinciacr.it

30 Maggio 2024 - 18:42

«Così non si educa ai sani principi»

TORRE DE' PICENARDI - «Il messaggio che passa è che ognuno può entrarti in casa, violando il tuo domicilio, aggredirti e poi chiuderla con una messa alla prova, per il giudice andata a buon fine, e con l’assoluzione. L’episodio desta un allarme sociale rilevante, perché se questo comportamento ha questo tipo di esito, resta un grande interrogativo sugli strumenti che ha il cittadino per tutelarsi. Tutti noi possiamo essere vittima di aggressori, peraltro rei confessi come nel nostro caso. Se la giustizia è uguale per tutti…».

È un fiume in piena l’avvocato di parte civile Vito Alberto Spampinato. Il caso lo solleva all’esito del processo con padre e figlio imputati di aver sfondato la porta di casa del suo assistito, un 55enne, di averlo colpito con un pezzo di legno al volto, al braccio e alla testa, mandandolo in ospedale con contusioni alla nuca e al gomito»: 10 giorni di prognosi «poi aumentati, perché il mio cliente ha subito un intervento al braccio».

I fatti risalgono al 13 agosto del 2019. L’antefatto. Durante la festa del paese, Rivarolo Mantovano, il giovane fu ripreso dal 55enne, perché , ubriaco, dava fastidio ad alcune persone. La cosa era finita lì, anzi no. «Il mio cliente — spiega l’avvocato — ha ricevuto una telefonata. ‘Parliamo, vieni a casa mia’. Pensava ad una cosa di lavoro, visto che fa l’idraulico. Chiusa la telefonata, è andato in doccia, poi è uscito e ha sentito un rumore all’ingresso. Padre e figlio avevano scavalcato il cancello e sfondato la porta a vetri. Il padre ha affrontato il mio cliente con un bastone».

E mentre aggrediva l’uomo, «a suo figlio diceva: ‘Guarda come si fa’». Quando se ne sono andati, «il mio assistito ha cercato di prendere il numero di targa e ha chiamato i carabinieri: abita davanti alla caserma». La denuncia, l’indagine della Procura e della parte civile, il processo e il sì alla messa alla prova per padre e figlio che si è conclusa con «esito positivo», reato estinto. «Non ci fermeremo qui — assicura l’avvocato Spampinato —. Come parte civile chiederemo alla Procura di impugnare la sentenza. Vedremo se lo farà. La strada che percorreremo è di fare causa in sede civile per ottenere il giusto risarcimento dei danni. Ma resta un interrogativo: se funziona così, io sono preoccupato».

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su La Provincia

Caratteri rimanenti: 400