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Diffamazione, Dotti si difende e contrattacca: «Mi scuso, però...»

Frasi «molto dure» all'ex amministratrice di sostegno dell'anziana madre. Il 60enne chiede scusa ma poi affonda: «L’onorabilità professionale non c’è»

Francesca Morandi

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fmorandi@laprovinciacr.it

29 Maggio 2024 - 17:30

Diffamazione, Diotti si difende e contrattacca: «Mi scuso, però...»

Vittorio Diotti

CREMONA - Si presenta in aula con un orsetto di peluche, quattro libri e una corposa memoria scritta di suo pugno. «Mi scuso per le offese a livello personale, ma in quel momento ero molto arrabbiato e ciò ha influenzato il mio modo di esprimermi». Vittorio Dotti, 60 anni, si scusa «in modo sincero» con l’ex amministratrice di sostegno di sua madre, l’avvocato Chiara Barcellesi nominata il 22 febbraio del 2019 in sostituzione del figlio revocato. E a dicembre del 2020 - dal 14 al 28 - diffamata da Dotti su Facebook o nelle mail che lui stesso inviò a più persone tra medici e direzione generale di Ats Val Padana.


Un elenco lunghissimo di frasi volgari, irripetibili, sessiste. L’aggettivo più ‘gentile’ «spregevolissima». Per il pm, Dotti non solo ha offeso la reputazione personale e professionale della Barcellesi, ma l’avrebbe minacciata, mandandole mail, in cui ha scritto di metterla alla berlina sulla stampa, di sottoporla «a uno sputtanamento mediatico e a una pubblica infamia», allegando alle mail diverse fotografie «raffiguranti una serie di bambole spogliate, mutilate, infilzate con forchetta e attaccate al filo spinato». In una, invece, c’era un teschio. Foto con l’augurio «sempre che a te, a Dio piacendo, non venga un fortunoso colpo già prima».

L'avvocato Alessandro Zontini, difensore di Diotti


Frasi «molto dure», confermano, oggi al processo, tre testimoni inseriti nella mailing list: il fratello di Dotti, uno psicoterapeuta, una funzionaria di Ats Val Padana. Seduto al banco degli imputati accanto ad Alessandro Zontini, l’avvocato che lo difende, Dotti rilascia dichiarazioni spontanee. Si scusa con la parte civile Barcellesi, seduta alle sue spalle, lei vicina all’avvocato Sara Ferrara. Poi, però, va all’attacco: «…ma confermo in pieno che l’onorabilità professionale non c’è».


Ricapitoliamo. «Dotti si imponeva sulle scelte terapeutiche. A novembre-dicembre del 2020, l’anziana madre risultò positiva al Covid - aveva spiegato l’ex amministratrice di sostegno —. Si è attivato tutto l’iter: l’intervento dell’Usca e i tamponi naso-faringei» e «da lì la situazione è degenerata anche nei miei confronti. Io, seguendo le direttive, ho fatto fare il vaccino alla signora. Dotti era assolutamente contrario. Nei miei incarichi c’era anche l’aspetto sanitario. Tutto è partito con messaggi anche su WhatsApp contro di me».


Davanti al giudice, Dotti la spiega così: «Mia madre aveva fatto il Covid ed era guarita. Se fai il Covid, poi sviluppi gli anticorpi. Le persone che hanno fatto il Covid non vanno vaccinate, perché, altrimenti, vengono mandate all’altro mondo. Io ritengo di aver salvato, in più di una occasione, mia mamma». E cita il professor Massimo Galli, l’infettivologo del Sacco ora in pensione. «Gli mandai una mail. Mi rispose: ‘In questo caso, il vaccino — in verità siero o Rna, lo corregge Dotti – è pleonastico’. Concludendo, fino a quando mi è stato possibile curare mia madre, lei ha goduto di salute. Mi sento in dovere di denunciare mio fratello e l’ex amministratrice di sostegno». Il giudice rinvia per la discussione al 25 settembre prossimo.


Dotti raccoglie libri e orsacchiotto. In corridoio spiega che il peluche «si chiama Vittreno. Lo considero il mio ‘figlio adottivo’, perché lui aveva subito un grande trauma. Era stato rifiutato come ‘oggetto transizionale’ da una persona alla quale era stato affidato». Mostra i libri che ha con sé. Il primo si intitola ‘Superimposizione cosmica’ dello psichiatra e vegetoterapeuta austriaco Wilhelm Reich. Gli altri sono «tre opere editoriali mie, una già edita, e due per ora inedite. ‘Sedimentazioni’ (Edizioni Mauri Cremona), ‘Canto per una rosa’ (primo canto di un poema, che probabilmente non verrà mai completato) e ‘La dialettica dell’amore e della solitudine. Indagine sull’amore felice’».

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