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LA STORIA

Quel ‘sì’ speciale di Peppino e Rosanna

Lui 89 anni, lei 80, si sono sposati a Sant’Agata. L’incontro, per caso, in un bar

Gilberto Bazoli

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27 Maggio 2024 - 05:20

Quel ‘sì’ speciale di Peppino e Rosanna

CREMONA - Scendono dall’auto, elegantissimi ed emozionati. Poi salgono gli scalini di Sant’Agata, dove li accoglie un sorridente don Irvano Maglia, il parroco: «Benvenuti agli sposi. Non novelli, ma sposi». Già, perché le loro sono nozze davvero speciali: lui, Giuseppe Battuello, per tutti Peppino, militare della caserma Manfredini, ha 89 anni: lei, Rosanna Dossena, ex titolare di una lavanderia, ha tagliato il traguardo degli 80.

In realtà, Giuseppe, originario di Cervinara (Avellino), e Rosanna, di Asola (Mantova), si erano già sposati. Ma in Comune, il 16 giugno 2012 davanti a Maria Vittoria Ceraso, figlia di Giuseppe, grande amico di Peppino, che era vedovo di Lucia, casalinga, scomparsa nel 2005, a 64 anni. Rosanna, invece, era divorziata. Perso il primo marito, lei e Peppino hanno potuto pensare anche al matrimonio religioso. Nella loro unione, un’altra data importante, quella che ricorda la sposa.

«Ci siamo conosciuti per caso in un bar di Cremona il 15 aprile 2007: un giorno meraviglioso». Si sono frequentati e ora abitano in centro. Le pareti dell’appartamento sono ricoperte dagli attestati e dalle medaglie dell’ex sottufficiale artigliere esperto di missili mandato per tre anni nella base di El Paso, in Texas, ai confini con il Messico. Spicca l’onorificenza di cavaliere della Repubblica conferita da Sandro Pertini. «Tra quelle mura mio papà era rimasto solo. Ora non più. A tavola si tiene per mano con Rosanna. Lui la cerca sempre, lei lo accudisce, gli vuole bene, è il suo pilastro. È molto affezionato anche a mia moglie, Simonetta, che chiama Ciccia», racconta il figlio, Fabio, 59 anni, artigiano.

Peppino e Rosanna hanno viaggiato. Più di una volta sono tornati a Cervinara, una manciata di chilometri da Sant'Angelo dei Lombardi, la zona devastata dal terremoto del 1980. «Quando, un paio di mesi fa, ci hanno parlato dell’intenzione di compiere questo passo in chiesa, abbiamo risposto che se erano contenti loro, lo eravamo anche noi», ricorda Fabio.

Una ventina gli invitati tra i banchi di Sant’Agata ornata di fiori e risplendente delle note dell’organo. Testimone dello sposo il nipote, Yuri, 23 anni; della sposa la nipote, Matilde, 22.

«Qualcuno là fuori potrebbe chiedersi chi ve lo fa fare alla vostra età - è l’omelia di don Maglia -. L’essere famiglia non è estraneo al rapporto con Dio. È bello vedere un uomo e una donna che si amano non perché sono giovani, ma perché si sono scelti e sono fedeli l’uno all’altra».

Peppino e Rosanna ascoltano senza smettere di guardarsi negli occhi. Al momento del ‘sì’ lei si blocca per le lacrime. Un innocente intoppo anche allo scambio delle fedi. «Gli anelli faticano ad entrare nelle dita sudate», sdrammatizza il sacerdote. «Sono talmente felice... questa felicità immensa nasce dall’essere circondati dai figli, dai nipoti e dalle persone che ci sono affezionate», dice sul sagrato lo sposo. «Abbiamo coronato il nostro sogno», gli fa eco la sposa. Poi tutti a festeggiare in riva al Po. Nello stesso ristorante del primo matrimonio ma il secondo, sulla soglia dei 90 lui e superata da poco quella degli 80 lei, ha un sapore, forse anche una bellezza diversi. 

L'ARTIGLIERE DEL TEXAS

Una vita, quella di Giuseppe Peppino Battuello, non facile ma costellata di soddisfazioni, avventurosa. Rimasto a 4 anni orfano di padre e madre, viene allevato dalle sorelle del papà. Ma da sole non ce la fanno. E così il nipote deve andare in collegio, dove rimane sino a quando presenta domanda per entrare nell’esercito. Ha 17 anni.

In seguito viene mandato a El Paso, Texas. Un’esperienza indimenticabile come artigliere della missilistica contraerea (i Patriot e gli Hawk impiegati nella Guerra del Golfo). In Texas lo raggiunge la prima moglie, Lucia, conosciuta durante il servizio prestato a Mantova, incinta della primogenita, Giovanna. La coppia rientra in Italia, a Verona. Da lì il maresciallo maggiore aiutante, questo il suo grado, viene trasferito a Cremona, alla Manfredini.

I superiori lo ammirano e pensano a una sua nuova missione negli Stati Uniti. Lui accetta, però a una condizione non negoziabile: non da solo ma con la famiglia. Richiesta respinta. Si presenta agli esami e li sbaglia volontariamente per restare in Italia con i suoi cari. Si congeda alla fine degli anni Ottanta.

Elegante (rigorosamente giacca e cravatta anche in casa), accento da uomo del Sud, piglio militare, è stato con orgoglio presidente dell’Associazione artiglieri.

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