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LA STORIA

Volontaria a 19 anni «nel ricordo del nonno»

L'esperienza in Pubblica assistenza di Aurora Cotti, di Monticelli, che inizierà il suo anno di servizio civile martedì presso la sede del sodalizio, in via Pasquali

Elisa Calamari

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26 Maggio 2024 - 10:15

Volontaria a 19 anni «nel ricordo del nonno»

MONTICELLI - Cosa spinge una 19enne a mettersi in gioco per un anno, trascorrendo buona parte della giornata in una croce verde che gestisce le emergenze sanitarie per conto del 118? Lo abbiamo chiesto ad Aurora Cotti, che è stata l’unica candidata al bando per il Servizio civile universale in Pubblica assistenza. Se da una parte c’è il rammarico per la mancanza di candidature (quando invece la realtà che opera a Monticelli, Caorso e Castelvetro ha grande bisogno di volontari) dall’altra c’è anche l’entusiasmo di una giovane monticellese che rappresenta dunque un esempio per tanti coetanei. Aurora inizierà il suo anno di servizio civile martedì presso la sede del sodalizio, in via Pasquali.


«Due anni fa tramite le pagine social della Pubblica assistenza ho visto che era stato aperto il bando per il Servizio civile universale - spiega -, ma ero ancora minorenne e dunque non potevo iscrivermi. Poi l’anno scorso per motivi personali non sono riuscita a farlo, ma quest’anno non avendo nessun vincolo ho deciso di iniziare questo percorso. Avevo già qualche nozione: sapevo cos’è la Pubblica e di cosa si occupa grazie a mio nonno Germano Cotti, che è stato un volontario per molti anni».


Dunque di nuovo l’importanza dell’esempio, in questo caso quello del nonno che per la croce verde locale è stato autista soccorritore. «Ha sempre cercato di trasmettermi il valore di questo tipo di volontariato - continua Aurora -. I suoi racconti mi hanno sempre incuriosito e proprio per quello, grazie a lui, ho deciso di intraprendere questa esperienza. Una scelta che ho preso anche in suo ricordo, è come se dovessi continuare quello che lui ha iniziato».


Ma la 19enne aggiunge subito che mettersi a disposizione degli altri ha anche un risvolto positivo su se stessi: «Mi fa stare bene saper di essere d’aiuto per il prossimo. E a livello formativo so che andrò ad imparare nozioni molto importanti, anche per la vita di tutti i giorni e non solo durante il servizio. A livello a personale spero in una crescita - conclude -, spero di fare nuove conoscenze, di diventare più responsabile». Aurora non vede l’ora sia martedì, per indossare la tuta arancione che ha già provato e per iniziare un’esperienza che - si augura - possa davvero essere d’esempio per tanti ragazzi e ragazze come lei.

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