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LA STORIA

Al ballo delle debuttanti: «Io un po’ come Cenerentola. Il sogno? Diventare medico»

Le emozioni, le lacrime, la felicità di Sara Filaj, 18enne di Ostiano, con il fidanzato all’Accademia di Modena

Felice Staboli

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fstaboli@laprovinciacr.it

25 Maggio 2024 - 05:15

Al ballo delle debuttanti: «Io un po’ come Cenerentola.  Il sogno? Diventare medico»

OSTIANO - C’è ancora posto per i sogni nel cuore di una ragazza di 18 anni? Può sperare di ritrovarsi per qualche ora nel mondo delle fiabe? E una volta che il desiderio si avvera, si riesce a tornare con i piedi per terra? Tre domande alle quali Sara Filaj, 18enne di Ostiano, risponde tre volte allo stesso modo: sì, sì, sì. Frequenta l’ultimo anno del liceo artistico di Cremona, tra poche settimane se la vedrà con la prova di Maturità. Prima, è attesa dai test per l’accesso alla facoltà di Medicina, il suo grande sogno, il suo obiettivo per la vita.

debuttante


«Vorrei diventare cardiochirurgo, ce la metterò tutta», spiega Sara. Che una settimana fa ha realizzato un altro sogno, diverso, che fino a poco tempo fa le sembrava impossibile. «Ho partecipato al ballo delle debuttanti all’Accademia per Allievi Ufficiali militare di Modena. Sono fidanzata con Enea Dossena, di Pralboino, lui sta frequentando l’Accademia. Io avevo visto il ballo solo nei film, gli ho detto che mi sarebbe piaciuto partecipare e tutto è cominciato così».


Regolamento alla mano, Sara ha inviato la richiesta via lettera al comandante. Condotta irreprensibile, tatuaggi e piercing non ammessi nel segno dell’austerità, inoltre fidanzata con un quasi sottotenente dell’esercito, Enea appunto. «Morale - aggiunge Sara nel suo racconto da cui, passaggio dopo passaggio, emerge ancora l’emozione viva, vivissima - mi arriva la risposta: tutto ok. E il 24 marzo, una domenica, varco la soglia dell’Accademia di Modena per l’inizio delle prove. I marmi, il palazzo Ducale, l’atmosfera, tutto ti lascia a bocca aperta. Anche le prove hanno un loro protocollo: il cavaliere prescelto - ciascuna ha il proprio, Enea, nel mio caso — viene davanti a me in divisa storica, si inchina, mi dà una rosa, mi bacia la mano. Giuro che lì per lì mi sono commossa, io stimo Enea e lo ammiro per tutto quello che fa, per i sacrifici, per la sua determinazione. Io vivo a Ostiano, lui è di Pralboino. Mai avrei pensato di vivere un’esperienza simile».

Poi, il giro in Accademia per rompere il ghiaccio e da lì in avanti le prove. «Ogni fine settimana il sabato e la domenica, per tre ore, l’ultima volta fino ad 8 ore. I balli, le musiche, il cerimoniale, ma anche la scelta dell’abito (di Roberta Zorzetto, in taffetà, tulle mano seta e pizzo chantilly impreziosito da punti luce in Swarovski). Con le compagne di avventura si è creato un bel clima, specie in quadriglia».

Fin quando si arriva alla serata fatidica, con la maestosa balconata e la discesa, gambe tremolanti e palpitazioni fuori controllo.

«In effetti è andata così — dice la 18enne —, ero sul punto di piangere dall’emozione, mi sembrava di essere in una fiaba. Dall’alto vedevo mia mamma che cercava di trattenere le lacrime, mio papà faceva di tutto per sembrare più distaccato, ma non ci riusciva, anche loro erano bellissimi, lei in abito da sera e lui in smoking, non li avevo mai visti così. Mi reggevo al mio fidanzato, che a sua volta cercava di incoraggiarmi lungo quella scalinata ma che a sua volta tremava. Cercava di fare il disinvolto, di farmi ridere per sdrammatizzare, ma non era facile né per me né per lui. Infine, siamo arrivati in cortile. E lì altro momento magico».

La cerimonia vera e propria nel cortile dell’alzabandiera, con la chiamata una per una. «Quando ho sentito chiamare ad alta voce il mio nome, ho provato una forte emozione, un colpo al cuore, in mezzo a tutti, con Enea. Non so come descrivere ciò che ho provato. Compresa la cena di gala, la musica, la banda dell’esercito arrivata da Roma. Durante la cena un po’ ci siamo rilassati e all’una di notte, sfiniti, siamo tornati a casa».

Il ritorno, poi il rientro a scuola, i ricordi. «Ho visto i miei genitori fieri di me, li ho visti contenti e questo mi è piaciuto tantissimo. Lo stesso posso dire per la famiglia di Enea. Penso tutti i giorni a quei momenti, ne parlo e li racconto appena ne ho la possibilità. Ora mi dedicherò allo studio, mentre Enea continuerà il suo percorso, lo sosterrò da qui. Mi sono sentita un po’ come Cenerentola al ballo, come in una favola. Ora arrivano altre prove, tutte importanti, tutte impegnative. So che non si può vivere sempre e solo nelle fiabe o sulle nuvole, ma una cosa la porto dentro: sono tornata con i piedi per terra, ma sognare è stato bellissimo». 

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