L'ANALISI
25 Maggio 2024 - 05:20
Stefano Cerullo e la coppa con l'adesivo
CREMA - Il pianto di gioia, ma anche le lacrime in ricordo dell’amico. La coppa dell’Europa League, storico trionfo dell’Atalanta in quel di Dublino, è nel segno di Stefano Cerullo. L’adesivo con il logo dell’associazione benefica, fondata in sua memoria quasi tre anni fa, è stato appiccicato al trofeo durante la parata trionfale di mister Gasperini e dei suoi ragazzi, mercoledì sera nello stadio di Dublino.
Sono stati gli stessi giocatori ad avvicinare la coppa agli ultras, tra cui si trovavano il cremasco Fabio Verdelli e gli altri amici di Stefano. Un gesto simbolico per ricordare un ragazzo che viveva per il calcio, il cui cuore batteva forte per l’Atalanta e anche per la Pergolettese. «Non per niente prima della partita la società ci ha regalato una maglia ufficiale con il nome Stefano — racconta Verdelli —: al termine, nel tripudio generale per la storica vittoria, i ragazzi sono passati con la coppa sotto la curva. Mi sono sporto e ho attaccato l’adesivo dell’associazione sul trofeo. È stato tutto causale, niente di preparato. Così abbiamo ricordato il fortissimo legame che Stefano aveva con la Dea. Il primo anno in cui si era qualificata all’Europa league si era fatto tatuare proprio quel trofeo sul petto».
Stefano era anche un cultore della storia del calcio e dei vari gruppi di supporter. I suoi viaggi lo avevano portato a visitare gli stadi di mezzo mondo. Il tutto coltivando i valori più alti dello sport: il rispetto degli avversari e la solidarietà. «Grazie a Fabio e agli altri ragazzi Stefano è riuscito a toccare la coppa — chiosa Davide Bolzoni —: lui è stato il primo tifoso atalantino del quartiere di San Carlo, lui ci ha fatto amare i colori nerazzuri. Glielo dovevamo».
Proprio oggi a San Carlo, in oratorio, si giocherà il torneo di calcio giovanile in sua memoria, poi nel pomeriggio la partita di vecchie glorie. Nel 2021, il giorno del funerale di Cerullo, si presentarono in 2.000: una curva intera, quella dell’Atalanta, pianse la sua scomparsa. Per niente al monto Stefano mercoledì avrebbe mancato la finale di Europa league in cui la Dea ha conquistato il primo trofeo continentale della sua storia annichilendo per 3 a 0 il Bayern Leverkusen, imbattuto tra campionato e coppe da 51 partite consecutive. Un’impresa nell’impresa quella dei bergamaschi, che hanno messo fine alla striscia senza sconfitte più lunga d’Europa.
Stefano (scomparso a 38 anni a causa di una malattia inesorabile) sarebbe stato lì in curva a gioire e a soffrire e sarebbe stato a Bergamo giovedì, quando la squadra ha fatto ritorno dalla capitale irlandese accolta da una città in festa, scesa in strada per celebrare mister Gasp e i suoi ragazzi. Purtroppo, da ormai quasi tre anni Cerullo non c’è più.
L’associazione in sua memoria, apolitica e apartitica, è nata il 6 dicembre 2021, su iniziativa degli amici del quartiere di San Carlo e della cerchia dei tifosi atalantini della città. Una lunga malattia se l’era portato via poche settimane prima. Lo scopo del gruppo è promuovere e tenere vive le passioni di Stefano, come lo sport e le attività sociali a sostegno delle persone in difficoltà. Sono numerose le iniziative che negli anni la Cerullo ha messo in campo, al fianco delle persone con disabilità e dell’ambiente.
Il motto è: ‘Regalare un sorriso per tutti’. Nasce da una frase detta da Stefano, nel momento in cui la malattia stava per avere il sopravvento: «A volte sorridi, a volte è più dura».
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