L'ANALISI
25 Maggio 2024 - 05:25
CREMA - Un’alzata di scudi a tutela dei settemila passeggeri che, ogni giorno, viaggiano sulla linea ferroviaria Cremona-Treviglio, la stragrande maggioranza dei quali cremaschi. E per ottenere precise garanzie da Trenord sul servizio di bus sostitutivi, che dovranno coprire necessariamente il fabbisogno garantito dai treni. I sindaci fanno fronte comune dopo la notizia che la tratta cremasca verrà chiusa completamente dal 9 al 30 giugno, per i lavori di manutenzione straordinaria previsti da Rete ferroviaria italiana. Ossia la società che gestisce binari, impianti e stazioni.
Coinvolti il presidente dell’Area omogenea cremasca Gianni Rossoni, il sindaco di Spino, che segue il comparto infrastrutture, Enzo Galbiati, al fianco di tutti i primi cittadini dei centri attraversati dalla linea. Da Cremona, passando per Olmeneta, Casalbuttano, Soresina, Castelleone, Madignano, Crema, Casaletto Vaprio, Capralba e Caravaggio, sino a Treviglio. I problemi derivanti dalla chiusura, li dovranno affrontare non solo i passeggeri cremaschi che lavorano a Milano o frequentano gli atenei meneghini, ma anche coloro che viaggiano tra le stazioni intermedie.
«Stiamo approntando un documento condiviso, in cui vengano chieste le motivazioni di tale provvedimento, ma anche delucidazioni sulle tempistiche, ad esempio perché venga fatto a giugno, mese ancora lavorativo. E non in agosto, quando i disagi sarebbero stati sicuramente minori. Ma vogliamo essere informati anche sulle modalità del servizio sostitutivo — chiarisce il sindaco Fabio Bergamaschi —: inoltre, chiediamo di sapere quali soluzioni verranno previste come ulteriori mitigazioni dei gravi disagi. Siamo molto preoccupati per quanto saranno costretti a vivere i pendolari dei territori che rappresentiamo».
Ai sindaci non è nemmeno piaciuta la mancanza, almeno sino ad ora, di comunicazioni ufficiali da parte di Trenord e Rfi. La notizia, di fatto, è stata appresa per via traverse dagli stessi utenti e solo confermata in un secondo momento da Rete ferroviaria. Il tutto, a sole due settimane lavorative dal blocco. «Stiamo chiedendo a Rfi e Trenord, anche tramite i nostri consiglieri regionali, dei mezzi di trasporto sostitutivi, affinché non si creino ulteriori disagi per i pendolari», ribadisce Damiano Cattaneo, sindaco di Capralba.
Per Ilaria Dioli, la collega di Casaletto Vaprio, «servono immediati chiarimenti su come sarà organizzata la chiusura: ci muoveremo tutti in maniera congiunta, per avere risposte precise da Rfi e Treord. Evidente che, se lo stop sarà quello prospettato, dunque tre settimane a giugno, saremo di fronte a una situazione estremamente grave, che non si può di non gestire con tempi e modi opportuni, tanto più che viene a toccare un ambito importantissimo come quello del trasporto pubblico».
Gli stessi pendolari del Comitato cremasco hanno già chiesto a Trenord di considerare l’ipotesi di permettere agli abbonati (mensili di giugno, ma anche annuali) di utilizzare, per il periodo di chiusura, i loro ticket sull’altra tratta ferroviaria, che attraversa il territorio provinciale e porta nel capoluogo regionale: la Cremona-Codogno-Milano. Molti utenti cremaschi potrebbero inoltre scegliere di andare a Treviglio, stante la relativa vicinanza. Qui avrebbero a disposizione i treni da Verona e Brescia per Milano e viceversa. Perché spostarsi in pullman tra le stazioni della linea cremasca non sarà affatto semplice. Gli orari delle corse dei bus non potranno essere i medesimi dei treni, vuoi per ragioni di traffico, vuoi per le diverse distanze da coprire. Evidente che i tempi di percorrenza, già non brevi quando si viaggia su rotaia, potrebbero dilatarsi ulteriormente.
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