L'ANALISI
20 Maggio 2024 - 19:33
CREMONA - Ferma presa di posizione del Sindacato autonomo polizia penitenziaria (Sappe) dopo il tentativo di evasione dall’area verde del carcere di Ca’ del Ferro di un detenuto.
Alfonso Greco, segretario per la Lombardia del Sappe, ha ricostruito l’episodio: «Un detenuto, all’uscita dall’area verde, invece di fare rientro in sezione si è diretto verso l’intercinta dove l’unica sentinella della polizia penitenziaria presente non ha visuale e, approfittando di alcuni lavori di spurgo nelle vicinanze della porta carraia, ha tentato di farsi passare per un addetto ai lavori. La collega si è insospettita e il detenuto ha iniziato a correre».
Greco ha spiegato che l’uomo «ha scavalcato il block house e ha iniziato a correre. Subito è scattato l’allarme e poco dopo il detenuto inseguito dalla polizia penitenziaria è stato ripreso nei pressi del nosocomio cittadino e tradotto in istituto».
Il sindacalista ha esternato il «pubblico plauso del Sappe al personale di polizia penitenziaria che ha evitato il compimento di un grave episodio con estrema professionalità. Oramai, anche i tentativi di fuga dei detenuti, sia che avvengano dagli ospedali, dai tribunali o dagli istituti di pena stanno diventando una mera statistica».
E ha evidenziato che «l’episodio è stato gestito al meglio dalla polizia penitenziaria, che paga pesantemente, in termini di stress e operatività, questi gravi e continui episodi critici. Aggressioni, colluttazioni, ferimenti contro il personale, così come le risse ed i tentati suicidi, sono purtroppo all’ordine del giorno. È per noi importante e urgente prevedere un nuovo modello custodiale».
Il segretario generale del Sappe, Donato Capece, ha evidenziato: «Stiamo parlando di poliziotti che fanno servizio in sezioni al limite, e oltre, le condizioni minime di salubrità, che sono costretti a fare ore e ore di straordinario ogni giorno per far fronte ai compiti istituzionali, che non hanno neppure gli strumenti utili a garantire la loro stessa incolumità fisica, come può essere il taser». Capece è tornato a sollecitare «provvedimenti urgenti».
A cominciare da «un inasprimento di pena per i detenuti che aggrediscono il personale di polizia penitenziaria durante la permanenza e l’espiazione di pena in carcere» e dalle «espulsioni di tutti i detenuti stranieri in Italia, spesso protagonisti dei più gravi episodi in carcere». «Serve, forte ed evidente, la presenza dello Stato, che non può tollerare questa diffusa impunità, e servono provvedimenti urgenti ed efficaci», ha proseguito il segretario del primo sindacato dei Baschi Azzurri, che si è appella ai vertici del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (Dap) affinché creino le condizioni «per ristabilire ordine e sicurezza, attuando davvero quella tolleranza zero verso quei detenuti violenti che, anche in carcere, sono convinti di poter continuare a delinquere nella impunità assoluta».
«Servono regole ferree per ristabilire ordine e sicurezza nelle carceri, attuando davvero quella tolleranza zero verso i detenuti violenti che, anche in carcere, sono convinti di poter continuare a delinquere nella impunità assoluta. Qui serve, forte ed evidente, la presenza dello Stato, che non può tollerare questa diffusa impunità, e servono provvedimenti urgenti ed efficaci», ha concluso Capece.
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