L'ANALISI
20 Maggio 2024 - 17:00
VIADANA-BORETTO - Ha scelto proprio il suo museo a pochi metri dal fiume come ultimo luogo della sua esistenza e domani alle 10.15 da lì compirà il suo malinconico viaggio verso la chiesa di Boretto. Romano Gialdini, 85 anni, è stato l’ultimo testimone dell’epopea del ponte in barche che congiungeva la sponda emiliana a quella lombarda, Boretto a Viadana.
Il Po, dunque, perde uno dei più preziosi custodi delle sue tradizioni, lo storico gestore del museo intitolato al padre Dino (ultimo capopontiere), che ha curato con amore e passione sino all’ultimo. All’interno, oggetti, attrezzi, strumenti e fotografie che raccontano della vita e delle abitudini prima della costruzione del ponte in cemento che prese il posto di quello in chiatte nel 1967. Nei decenni, una miriade di turisti e visitatori hanno potuto conoscere una storia che altrimenti sarebbe andata perduta.
Romano era ben conosciuto anche sulla sponda viadanese per la sua passione e la sua competenza nell’illustrare aneddoti ed episodi legati alla vita del fiume. Dotato di una naturale cordialità, sapeva intrattenere gustosamente chiunque si accostava a quei racconti, rimanendone inevitabilmente affascinato.
È stato testimone di numerosissime piene del fiume, le cui periodiche ‘bizze’ ricordava con una memoria invidiabile. Dalla Seconda guerra mondiale all’alluvione del 1951, dalle numerose volte che era stato costretto dall’innalzamento delle acque a ‘traslocare’ all’asciutto per poi tornare, pulire e ricominciare la vita quotidiana. Fatiche e impegni che se per altri potevano risultare gravosi, per Gialdini erano la normalità.
Per lui fu una grande sofferenza quella patita negli ultimi anni, quando il Grande Fiume ormai aveva una portata del tutto rimaneggiata: la siccità, pesante e persistente anno dopo anno, lo aveva turbato pur senza allontanarlo dalla riva. Una preziosissima testimonianza della sua vita è stata fortunatamente e recentemente raccolta dal regista e documentarista Ezio Aldoni che gli ha dedicato un docufilm. A inizio aprile, infatti, al museo aveva fatto visita l’ex presidente del Consiglio Romano Prodi, per registrare un’intervista da inserire nel docufilm dedicato proprio a Gialdini e alla sua vita.
Per Prodi si trattava di un ritorno, perché da bambino frequentava questi luoghi grazie al padre, ingegnere della Provincia che seguiva gli aspetti tecnici del ponte in barche. Gialdini lascia la moglie Lina, i figli Franco e Fabrizia, il genero Leonardo, le nipoti Francesca, Federica e Fiorenza, la sorella Romana.
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