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IL PUNTO

Mio caro sindaco aiutami col gatto

I candidati al ruolo di primo cittadino non solo accettano la responsabilità di gestire la comunità nella quale vivono, ma anche di garantirne il buon funzionamento e di ‘disegnarne’ il futuro. In provincia a farla da padrone sono le liste civiche. E a Cremona lo scontro è più politico

Paolo Gualandris

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pgualandris@laprovinciacr.it

12 Maggio 2024 - 05:30

Mio caro sindaco aiutami col gatto

«Sono le tre del mattino e qui sotto, per strada, fan baccano. Signor sindaco, intervenga». «Il mio gattino è salito sull’albero e non riesco a farlo scendere, mi aiuta?». «Quella luce in strada è rotta da settimane, intervenga!». Sono solo alcune delle più svariate, a volte addirittura bizzarre, richieste costantemente ricevute dai primi cittadini dei Comuni medio piccoli. Mettendosi in gioco, i sindaci non solo accettano la responsabilità di gestire la comunità nella quale vivono, ma anche di garantirne il buon funzionamento e di ‘disegnarne’ il futuro. Un ruolo efficacemente riassunto da Fabio Signoretta, primo cittadino di Jonadi, in provincia di Vibo Valentia , intervenendo nella rubrica dell’Anci, l’Associazione dei Comuni italiani, ‘Vita da sindaco’, spazio social dedicato alle voci dei primi cittadini delle piccole comunità locali per raccontare progetti, iniziative e anche le difficoltà che si affrontano nei piccoli Comuni: «Fare il sindaco significa essere il primo punto di riferimento per ogni esigenza, anche per quelle che non sono di competenza dell’ente che stai guidando. Però significa anche avere il contatto diretto con ogni singolo cittadino e ogni singola cittadina, e non esiste sensazione più gratificante».

Per questo va la massima gratitudine alle centinaia di candidati sindaco che hanno accettato di impegnarsi negli 86 Comuni della provincia di Cremona e alle migliaia di loro concittadini scesi in campo per affiancarli nelle liste di riferimento dei candidati. Poche quelle che fanno riferimento esplicito a partiti, moltissime le civiche, nella quali spesso si trovano spesso persone idealmente appartenenti ad aree politiche diverse a livello nazionale accomunate però dalla stessa idea di sviluppo del proprio paese.

Proprio a mezzogiorno di ieri è scaduto il termine per la presentazione dei candidati sindaco e delle liste di riferimento. Un esercito di candidati assente solo a San Daniele Po, Comune peraltro già alle prese con problemi di bilancio e dunque destinato ad essere gestito nell’immediato da un commissario prefettizio.

Per il resto, nei paesi a farla da padrone sono le liste civiche. Un fenomeno molto italiano, presente già dagli anni Cinquanta, grazie al quale si organizzano gruppi con caratteristica di movimento d’opinione temporaneo e a dimensione locale volti a favorire la partecipazione diretta dei cittadini-elettori. Raggruppamenti nei quali il richiamo diretto ai partiti politici nazionali si perde per dare spazio alla vita reale dei cittadini e alle problematiche quotidiane della comunità affidandosi al valore e alla competenza delle singole persone. Una voglia di partecipazione che ha portato alla proliferazione di liste in alcune realtà come Torricella del Pizzo (721 abitanti, 4 liste), Madignano (2.898 abitanti, 4 liste), Castel Gabbiano (475 abitanti, 3 liste), Castelverde (5.561 abitanti, 4 liste). Ovviamente diverso lo scenario nel capoluogo, a Casalmaggiore e nei Comuni più popolosi pronti per andare al voto. Qui il confronto è più squisitamente politico e gli schieramenti sono più nettamente delineati nel senso di appartenenza politica.

A Cremona sia il centrodestra che il centrosinistra mostrano problemi sui fianchi. In particolare ciò accade a destra, dove la formula dell’unità, vincente pressoché ovunque, è stata rotta dalla scesa in campo di Maria Vittoria Ceraso (Oggi per domani) e del noto geriatra Ferruccio Giovetti (Sicurezza e buonsenso a Cremona). La prima è particolarmente dolorosa per il centrodestra: Ceraso, assessore al Personale della giunta guidata da Oreste Perri, è stata rieletta nel 2019 con 176 preferenze, la più votata della lista ‘Viva Cremona, Malvezzi sindaco’, schierata nel centrodestra, che ottenne il 4.36% (1.573 voti). Per Giovetti, conservatore per definizione, smarcarsi dal centrodestra non è invece una novità: già nel 2019 si candidò con la lista ‘La cura per Cremona’ ottenendo 1.169 voti, pari al 3.24%. Un buon risultato, ma non sufficiente per farlo entrare in consiglio comunale. Ora ci riprova avendo accanto, per sua stessa definizione, «un gruppo di cittadini delusi dal comportamento del centrodestra cittadino».

Insieme, se i dati saranno confermati dalle urne, hanno un ‘bottino’ elettorale del 7,6% di voti: verranno a mancare ad Alessandro Portesani, candidato civico presentato da Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e Partito Pensionati. Voti potenzialmente pesantissimi, ma il cui incasso è tutt’altro che scontato nel caso del molto probabile ballottaggio con Andrea Virgilio. Quest’ultimo, vicesindaco uscente del Pd, è sostenuto oltre che dal suo partito da ‘Cremona sei tu’, lista civica guidata dal suo mentore Luciano Pizzetti, politico assai navigato, ex sottosegretario e vera novità di questa competizione elettorale, oltre che da Sinistra per Cremona-Energia civile e Fare nuova Cremona Attiva. Italia Viva e Azione sono con lui.

Per Virgilio niente campo largo, ma nessuno in realtà l’aveva messo in conto: in città sono sempre stati conflittuali i rapporti con il Movimento Cinque Stelle, che candida Paola Tacchini avendo preferito cavalcare la protesta dei comitati contrari al nuovo ospedale e all’ipotizzato nuovo impianto di biometano alle porte della città.

Ancora più a sinistra il partito di Alternativa comunista, che candida Angelo Frigoli.

La vera scommessa di Virgilio sarà riuscire a dimostrare capacità di innovazione aprendo una nuova stagione politica rispetto all’esperienza nella giunta uscente guidata da Gianluca Galimberti, relativamente alla quale — a torto o a ragione, ognuno è libero di deciderlo — in città si registra qualche mal di pancia.

Si annuncia un mese di campagna elettorale molto caldo, con entrambi gli schieramenti che non hanno mancato di polemizzare aspramente già nei giorni scorsi.

Perdono pezzi alle ali anche i candidati dell’altra città chiamata alle urne, Casalmaggiore. Il sindaco uscente Filippo Bongiovanni deve fare i conti con la scesa in campo di Orlando Ferraroni con la lista ‘Tradizione e innovazione’. Molto legato al senatore di Fratelli d’Italia Mario Mantovani, che sosterrà a livello locale nella sua candidatura all’Europarlamento, mentre FdI ha ufficialmente scelto di contribuire alla corsa al terzo mandato di Bongiovanni, che ha al suo fianco anche Lega, Forza Italia e Partito Pensionati + Salute.

Sull’altro versante, l’ex sindaco Luciano Toscani incassa il via libera del centrosinistra allargato ad Azione e Italia Viva e registra l’assenza dalla competizione di Rive Gauche, mentre avrà la competizione di Annamaria Piccinelli, ex consigliera comunale ribelle del centrosinistra, che con Movimento vivace e sostenibile si appoggia a M5S e ambientalisti.

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