L'ANALISI
10 Maggio 2024 - 05:00
CREMONA - Il tasso di disoccupazione a Cremona è al 2,6%, il secondo più basso in Italia. E la popolazione occupata nel 2023 segna un aumento di ottomila unità, arrivando a quota 154.400, il dato più alto degli ultimi dieci anni. I dati Istat presentati ieri nel rapporto Ptsclas sviluppato in collaborazione con la Camera di commercio di Cremona promuovono ampiamente il territorio cremonese. Ma ora, secondo Andrea Gianni, project manager di Ptsclas, la società di consulenza che ha elaborato il report annuale dell’andamento del mercato del lavoro cremonese, «la vera sfida è la qualità del lavoro».
Riflessioni al centro dell’incontro dedicato agli studenti delle scuole superiori cremonesi, ai quali il presidente della Provincia, Paolo Mirko Signoroni, ha rivolto il proprio invito a guardare al mercato del lavoro con entusiasmo: «Dal punto di vista privilegiato nel quale vi trovate, anche attraverso gli strumenti che la nostra Provincia mette a vostra disposizione come i centri per l’impiego. I numeri incoraggianti che presentiamo oggi sono anche merito della crescente attività svolta negli ultimi anni da tutti gli organi coinvolti. Oggi più che mai mi sento di augurarvi un ‘buon lavoro’». Poi la parola passa ai tecnici che snocciolano i dati relativi al territorio, restituendo un quadro molto positivo sul fronte dell’occupazione e, specularmente, del tasso di disoccupati, tra i più bassi in Italia.
«Nel 2023 gli occupati arrivano a quota 154.400, in aumento di oltre 8.000 unità rispetto al 2022 (quando erano circa 146.000) e in recupero rispetto ai livelli pre-pandemici, tenendo conto che circa nel 2019 erano 152.000». Numeri positivi in particolare per quel che riguarda il tasso di attività (riunisce persone attualmente occupate ed occupabili in cerca di lavoro), che arriva al 70,9%. Guardando all’occupazione nello specifico, il tasso è del 69,1% e posiziona Cremona al trentaquattresimo posto in Italia laddove nel 2022 era venti posizioni più in basso. Di questi lavoratori, la maggior parte, 91.200, sono occupati nel settore dei servizi, 48.100 nell’industria, 7.900 in agricoltura e 7.300 in edilizia. «Anche nel rapporto tra popolazione attiva (arrivata a quota 158.522) e le cosiddette ‘non forze di lavoro’, con 63.529 persone che non lavorano né cercano un’occupazione, siamo tornati ai livelli pre-pandemici».
Obiettivi che ci si era posti nei tempi drammatici del Covid e che sono stati raggiunti sul finire dello scorso anno, confermando il trend positivo del 2022. «Ma il fiore all’occhiello dei dati relativi al nostro territorio — continua Gianni — riguarda il tasso di disoccupazione: se nel 2024 Cremona si attestava su un 5,4% di popolazione disoccupata, nel 2023 è successo qualcosa di imprevedibile, arrivando al 2,6%. Un vero e proprio crollo, che ci salda in testa alla classifica italiana, secondi soli a Bolzano che segna un 2% tondo». Ma al dato numerico va affiancata una lettura critica, che guardi alla qualità oltre che alla quantità del lavoro sul territorio provinciale. «Dobbiamo sempre porci qualche dubbio nella consapevolezza che i dati vanno calati in una realtà complessa. Le sfide sono in particolare relative al gap di genere, ancora è forte, e alla tipologia dei rapporti di lavoro che si instaurano».
Su quest’ultimo fronte, in particolare, Cremona risulta la terzultima provincia in regione guardando alla percentuale di avviamenti a tempo indeterminato sul totale dei contratti. Come testimoniato dal rapporto positivo tra avviamenti (51.472) e cessazioni (49.309) contrattuali, in provincia si torna ad assumere, ma senza la necessaria stabilità. «I contratti a tempo indeterminato sono stati nel 2023 il 19,2% del totale, a fronte di un 54,5% di tempo determinato e un allarmante 18,1% di contratti super-flessibili di somministrazione».
E un altro tema resta quello del pendolarismo per motivi di lavoro: «La scarsa attrattività del territorio è legata da un lato al crollo del tasso di fecondità (numero di figli per donna), sceso ormai l’anno scorso sotto la soglia d’allarme di 1,3, e alla crescita del tasso di anzianità arrivato a 211,3 (che significa 211 anziani ogni 100 giovani)». Un fenomeno che determina un impattante pendolarismo in uscita dalla nostra provincia verso le altre città lombarde e non solo, pari al 41,7% dei contratti avviati nel 2023. Una difficoltà per il territorio e in particolare per le imprese come illustrato dal dato della percentuale di entrate previste di difficile reperimento. A Cremona è del 49% (su un fabbisogno di cento lavoratori le aziende stimano difficoltà a trovarne 49), quattro punti sopra la media regionale.
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