L'ANALISI
06 Maggio 2024 - 19:50
Rurale, Cauzzi e il Ponchielli
CREMONA - Assolta il 13 gennaio del 2022, con formula piena — «perché il fatto non sussiste» —, dall’accusa di abuso d’ufficio, sentendosi calunniata, Angela Cauzzi, ex sovrintendente della Fondazione Ponchielli, continua la sua battaglia giudiziaria nei confronti di Andrea Rurale, l’ex consigliere della Fondazione Ponchielli che il 19 maggio del 2020 presentò un esposto, segnalando «anomalie» nella quasi quarantennale gestione Cauzzi del Ponchielli.
Nei confronti di Rurale, il pm, Andrea Figoni, ha chiesto l’archiviazione. Ma l’ex sovrintendente Cauzzi non ci sta. Assistita dall’avvocato Isabella Cantalupo (nella foto a destra), si è opposta. A novembre si terrà l’udienza davanti al gip. Lo stesso che a luglio di un anno fa, non aveva accolto la prima richiesta di archiviazione, ordinando alla Procura la prosecuzione delle indagini, dando sei mesi di tempo per acquisire documentazione e sentire diverse persone nell’ambito di una vicenda che dal 2020 occupa la magistratura. E che continua ad agitare la politica.
L’esposto di Rurale fu il ‘casus belli’ per dare l’amaro benservito, con largo anticipo, alla sovrintendente Cauzzi, che il 31 dicembre avrebbe lasciato il Ponchielli per la pensione. Quella sera si congedò, ringraziando il pubblico. Intanto il cda della Fondazione presieduto dal sindaco, Gianluca Galimberti, in quell’estate rovente del 2020 aveva già scelto l’erede: Andrea Cigni, poi assunto «con la stessa normativa degli enti privati, non pubblici», aveva sottolineato l’avvocato Cantalupo nella sua difesa, riconfermato per il secondo mandato. Allora, Cauzzi venne accusata di aver affidato la fornitura fonica al fratello Alberto, titolare della Proservice, e la progettazione grafica all’agenzia pubblicitaria di Corrado Testa, la ‘Testa consulenti e creativi’, in entrambi i casi senza gara pubblica. E di aver procurato alle due società «ingiusti vantaggi patrimoniali», dal 2016 al 2020. Ma «la gara non si doveva fare, perché la Fondazione è ente di diritto privato». E, «soprattutto, nessun vantaggio è stato procurato: i pagamenti erano corretti», arringò il difensore.
Un caso «politico» che continua a tenere banco in campagna elettorale, rispolverato ieri dal candidato sindaco del centrodestra, Alessandro Portesani, per colpire Andrea Virgilio, il vicesindaco che si candida a sindaco del centrosinistra. Replicando a Luciano Pizzetti, Portesani aveva, tra l’altro, affermato: «Definisce Virgilio un grande innovatore. Peccato che lo stesso era in Giunta quando diedero un calcio nel sedere a Angela Cauzzi gestendo il teatro Ponchielli come ‘cosa loro’».
Bersaglio sbagliato, Pizzetti: due anni fa, dopo il proscioglimento della Cauzzi («grande professionista che ha sempre agito in trasparenza, in lealtà verso la pubblica amministrazione con grande competenza»), parlò di «pagina vergognosa e scandalosa» e di «strumentalizzazioni gravi».
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