L'ANALISI
29 Aprile 2024 - 05:30
CREMONA - Nuovo ministro dell’Istruzione, nuova pagella. Non è proprio un sillogismo, ma certo al dicastero dell’Istruzione piace fare e disfare. Il ministro Lucia Azzolina in piena pandemia non si limitò a far acquistare i banchi a rotelle, ma pensò bene di cambiare i criteri di valutazione alle primarie passando dai voti numerici ai giudizi pedagogici rispetto al modello di certificazione delle competenze acquisite con le seguenti diciture: in via di prima acquisizione, base, intermedio e avanzato.
Ora il ministro dell’istruzione e al merito, Giuseppe Valditara sembra voler tornare, se non hai voti — a suo tempo introdotti alla primaria dal ministro Maria Stella Gelmini —, ai giudizi sintetici: ottimo, distinto, buono, discreto, sufficiente, insufficiente e gravemente insufficiente.
Inoltre il voto di condotta alle medie farà media con quelli delle discipline e chi avrà l’insufficienza non potrà accedere all’anno successivo. Si tratta, per ora, di ipotesi che attendono concretezza dai decreti, terminato l’iter parlamentare.
Tante le perplessità per quello che sembra essere una sorta di ritorno all’ordine: «È pur vero che le definizioni pedagogiche in atto oggi alla primaria per molti genitori non sono chiare — riflette Barbara Azzali, preside dell’istituto comprensivo Cremona 4 —, ma certo si rischia di disconoscere l’azione fatta in questi anni nel valorizzare i processi di apprendimento e non gli esiti delle conoscenze acquisite. Per quanto riguarda il voto di condotta credo che non possa essere paragonabile alle votazione disciplinari. La ratio sembra quella di dare agli insegnanti uno strumento per certificare la necessità di una bocciatura, eventuale».
Maria Giovanna Manzia dell’Ic Cremona 1 spiega: «Per molti genitori i giudizi sintetici non erano immediatamente comprensibili, questo è vero, ma se guardiamo all’aspetto della valutazione sono termini che rappresentano la necessità della scuola di valutare i processi di apprendimento e non semplicemente le prestazioni cognitive. Rispetto al voto in condotta, io sono contraria ad azioni repressive che non risolvono i problemi, se non accompagnati a interventi educativi».
Daniela Marzani, dirigente del comprensivo Cremona 2, sottolinea: «Per ora sono solo notizie ufficiose, ma che se fossero confermate cancellerebbero i lavori di questi anni, ma la stessa idea di una scuola attenta alle competenze e non solo ai saperi, valutando i processi e non i risultati. Per il voto in condotta non c’è novità, la norma prevede di tener conto del comportamento, senza parlare di condotta. La scuola può essere rigorosa senza essere rigida. Ciò che colpisce è come, pur cambiando i ministri, gli unici a non essere interpellati sono gli operatori della scuola».
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