L'ANALISI
27 Aprile 2024 - 05:30
CREMA - Genitori sul piede di guerra alla materna comunale Iside Franceschini. Nei giorni scorsi, nel corso di una riunione convocata alla scuola dell’infanzia, le famiglie della sesta classe hanno appreso che la stessa, da settembre, verrà smembrata e i bambini saranno distribuiti nelle altre cinque. Le ragioni? La denatalità e la difficoltà nel reperire supplenti.
Da ricordare però che l’asilo, ogni anno, ha liste d’attesa da venti (come attualmente) o più piccoli. Immediata la protesta di parte dei genitori, che hanno fatto intendere di non aver per nulla gradito. «Almeno potevano aprire un confronto, invece ci hanno messi di fronte al fatto compiuto».
Del problema è stato interessato il consigliere comunale di minoranza Paolo Patrini, che ha parlato con alcuni genitori. L’esponente di Fratelli d’Italia chiederà chiarimenti con un’interrogazione.
«Una decisione sicuramente improvvisa e non condivisa — sottolinea — ha lasciato spiazzati i genitori, che lamentano il fatto di non essere stati interpellati, nemmeno tramite il comitato che li dovrebbe rappresentare». Di fatto mamme e papà hanno dovuto limitarsi a una presa d’atto.
«Per i genitori, la scelta di chiudere una classe doveva essere l’ultima spiaggia — prosegue Patrini — anche le motivazioni addotte dalla coordinatrice li lasciano perplessi. Il calo delle nascite è generalizzato, ma sappiamo tutti che, ogni anno, c’è una corposa lista di attesa per entrare alla Franceschini. Spesso rifanno richiesta di poter iscrivere i loro figli anche genitori che non vivono a Crema, ma lavorandoci, troverebbero molto comodo che i bambini frequentassero la scuola dell’infanzia di via Bottesini. In realtà, pare di aver capito che il vero problema sia la difficoltà a reperire le supplenti per brevi periodi. Al che si preferisce accorpare una classe alle altre, che saliranno così a 21 alunni ciascuna, per avere un numero maggiore di educatrici a disposizione. Ma le stesse insegnanti non sembrano molto favorevoli a questa opzione. E i genitori — aggiunge il consigliere — dicono che non ci sono più margini di manovra e temono le conseguenze che questa scelta comporterà per i loro figli, che negli ultimi anni si erano abituati a stare insieme e dovranno ricominciare da zero».
L’assessore comunale all’Istruzione, Emanuela Nichetti, intanto precisa: «La preoccupazione, che il venir meno di una sezione avrebbe potuto creare difficoltà, ci è stata ben presente da subito. Ma siamo stati ampiamente rassicurati dalla componente pedagogica della scuola d’infanzia e dell’ufficio scuola sul fatto, che bambini e famiglie sarebbero stati accompagnati in questo percorso da figure pedagogicamente valide e capaci. Partendo dal presupposto che i cambiamenti sono situazioni inevitabili nella vita di ciascuno, adulto o bambino, il sapere e la pratica educativa mostrano che i bambini sono piuttosto resilienti e che, se accompagnati con empatia, comprensione e fiducia nelle loro capacità, traggono apprendimento anche da queste situazioni».
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