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LA CITTÀ AI GRANDI LAVORI

Palestra di San Felice, il Comune scioglie il contratto

Cantiere arenato: l’amministrazione si avvale della clausola risolutiva «per inadempimento»

La Provincia Redazione

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22 Aprile 2024 - 05:00

Palestra di San Felice, il Comune scioglie il contratto

CREMONA - Il Comune ha deciso di risolvere, «per inadempimento», il contratto stipulato quattro anni fa con il Consorzio Energos di Torino, che si era aggiudicato l’appalto per la riqualificazione della palestra del quartiere San Felice. Si è quindi ritenuto di non attendere sino alla scadenza naturale l’ultimatum lanciato nei giorni scorsi, secondo il quale il Energos avrebbe dovuto completare le opere entro il 24 giugno, pena la risoluzione contrattuale. In vista c’è anche l’ipotesi di una richiesta di risarcimento danni. Dopo quattro proroghe, il Covid, l’adeguamento dei prezzi all’incremento dei costi delle materie prime, il cambio della ditta esecutrice all’interno del consorzio vincitore dell’appalto, il cantiere infatti è ancora lì, fra le proteste dei residenti, del Comitato di quartiere e dell’opposizione in Consiglio comunale.


«È stato eseguito — aveva spiegato l’assessore alle Opere pubbliche, Andrea Virgilio — il 60% dei lavori». Lavori che nell’ultimo anno sembravano essersi fermati. Dunque - per cautelarsi - il Comune aveva fatto sottoscrivere al Consorzio un atto di impegno, «al fine di definire le condizioni d’obbligo che devono portare al completamento delle opere di riqualificazione della palestra, pena la risoluzione contrattuale». Il consorzio aveva firmato e il Comune aveva approvato l’atto. Il cantiere infinito aveva provocato in passato le proteste dei residenti. «Su San Felice — aveva spiegato Virgilio ad agosto — sono stati investiti oltre 10 milioni di euro. La palestra resta un nodo importante, il settore lavori pubblici presidia la ditta nella consapevolezza che non tutti i cantieri rispettano le tempistiche programmate».


Il termine dei lavori era inizialmente previsto per il 2 marzo 2021, poi è slittato al 2 giugno e poi al 30 ottobre dello stesso anno. Altra proroga poi al 18 maggio 2022. Come detto, il cantiere avrebbe dovuto essere completato entro il 24 giugno. «Ma l’atto di impegno — aveva spiegato il direttore dei lavori pubblici del Comune, Giovanni Donadio — è accompagnato da un cronoprogramma con alcuni step intermedi. Qualora non li rispettino, li accompagneremo alla porta senza attendere il 24 giugno. Abbiamo già pronta un’altra impresa a subentrare. Questo cantiere è molto attenzionato, tuttavia cerchiamo sempre di evitare i contenziosi che non giovano alla finalità di portare a termine l’opera». E Donadio allarga il discorso al Pnrr, un potente additivo al motore dell’economia del settore, che ora però rischia di imballarlo: «È un momento molto complicato per le imprese che hanno già dovuto fare i conti con il Covid, la scarsità di materie prime e l’incremento dei prezzi. Hanno avuto tante aggiudicazioni e ora sono in difficoltà nell’eseguire i lavori. Ci sono imprese che hanno nel loro portafoglio 60 o 70 affidamenti Pnrr».


E forse questa può essere la ragione di un altro cantiere fermo, anzi mai partito: quello per la demolizione dell’asilo Martiri della libertà, e la costruzione di un nuovo Polo scolastico che sarà dedicato a Mario Lodi. Il progetto esecutivo da 4,6 milioni di euro è stato approvato ad agosto 2023, la demolizione avrebbe dovuto cominciare a ottobre ed è slittata poi a febbraio. Oggi l’edificio, condannato in seguito alle indagini di sicurezza antisismica e chiuso dal 2019, è ancora in piedi. «Il cantiere — spiega Donadio — è stato consegnato a fine gennaio alla ditta, già sollecitata. Ci sono tempi burocratici per i contratti dei lavori in subappalto. Ma la ditta che ha avuto l’appalto si è aggiudicata anche l’intervento delle case Erp di via Valdipado e quello per la riqualificazione degli impianti sportivi in zona Po».

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