L'ANALISI
22 Marzo 2024 - 08:36
CREMONA - Ultimatum del Comune al consorzio Energos di Torino che il 10 gennaio del 2020 si è aggiudicato l’appalto per la riqualificazione della palestra del quartiere San Felice: deve completare le opere entro il 24 giugno, pena la risoluzione contrattuale. In vista c’è anche l’ipotesi di una richiesta di risarcimento danni. Dopo quattro proroghe, il Covid, l’adeguamento dei prezzi all’incremento dei costi delle materie prime, il cambio della ditta esecutrice all’interno del consorzio vincitore dell’appalto, il cantiere infatti è ancora lì, fra le proteste dei residenti, del Comitato di quartiere e dell’opposizione in Consiglio comunale.
«È stato eseguito — spiega l’assessore alle Opere pubbliche, Andrea Virgilio — il 60% dei lavori». Ma nell’ultimo anno sembra si siano fermati. Dunque per cautelarsi il Comune ha fatto sottoscrivere al consorzio un atto di impegno «al fine di definire le condizioni d’obbligo che dovrebbero portare al completamento delle opere di riqualificazione della palestra, pena la risoluzione contrattuale». Il consorzio ha firmato e il Comune lunedì ha approvato l’atto. Il cantiere infinito aveva provocato in passato le proteste dei residenti. «Su San Felice — aveva spiegato Virgilio ad agosto — sono stati investiti oltre 10 milioni di euro. La palestra resta un nodo importante, il settore lavori pubblici presidia la ditta nella consapevolezza che non tutti i cantieri rispettano le tempistiche programmate».
Il termine dei lavori era inizialmente previsto per il 2 marzo 2021, poi è slittato al 2 giugno e poi al 30 ottobre dello stesso anno. Altra proroga poi al 18 maggio 2022. Ora il cantiere dovrà essere completato entro il 24 giugno. «Ma l’atto di impegno — spiega il direttore dei lavori pubblici del Comune, Giovanni Donadio — è accompagnato da un cronoprogramma con alcuni step intermedi. Qualora non li rispettino, li accompagneremo alla porta senza attendere il 24 giugno. Abbiamo già pronta un’altra impresa a subentrare. Comunque i lavori più difficili sono già stati fatti. Questo cantiere è molto attenzionato, tuttavia — aggiunge Donadio — cerchiamo sempre di evitare i contenziosi che non giovano alla finalità di portare a termine l’opera». E Donadio allarga il discorso al Pnrr, un potente additivo al motore dell’economia del settore, che ora però rischia di imballarlo: «È un momento molto complicato per le imprese che hanno già dovuto fare i conti con il Covid e la scarsità di materie prime e l’incremento dei prezzi. Hanno avuto tante aggiudicazioni e ora sono in difficoltà nell’eseguire i lavori. Ci sono imprese che hanno nel loro portafoglio 60 o 70 affidamenti Pnrr».
E forse questa può essere la ragione di un altro cantiere fermo, anzi mai partito: quello per la demolizione dell’asilo Martiri della libertà, e la costruzione di un nuovo Polo scolastico che sarà dedicato a Mario Lodi. Il progetto esecutivo da 4,6 milioni di euro è stato approvato ad agosto 2023, la demolizione avrebbe dovuto cominciare a ottobre ed è slittata poi a febbraio. Oggi l’edificio, condannato in seguito alle indagini di sicurezza antisismica e chiuso dal 2019, è ancora in piedi. «Il cantiere — spiega Donadio — è stato consegnato a fine gennaio alla ditta, che abbiamo già sollecitato. Ci sono dei tempi burocratici per i contratti dei lavori in subappalto. Ma la ditta che si ha avuto l’appalto, tramite la piattaforma Invitalia si è aggiudicata anche l’intervento delle case Erp di via Valdipado e quello per la riqualificazione degli impianti sportivi in zona Po».
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