L'ANALISI
18 Aprile 2024 - 05:15
CREMA - «Abbiamo perso l’università, proviamo a riconquistarla realizzando come primo passo un campus per gli Its in via Bramante». Paola Orini, dirigente scolastica dell’istituto superiore Galilei, lancia la nuova sfida per la città, dopo aver letto le dichiarazioni del senatore e imprenditore cremasco Renato Ancorotti, riportate da La Provincia di Cremona e Crema, in occasione della Giornata nazionale del Made in Italy. Ha sottolineato l’importanza che l’istruzione tecnica superiore riveste per l’economia locale e non solo. «Crema — afferma Orini — potrebbe diventare un centro propulsore per gli Its, ai quali si potrebbero ricollegare dei percorsi universitari. Penso ad esempio a un corso di laurea in Chimica, che sarebbe la naturale prosecuzione di un Its sulla cosmesi. Io dico che non dobbiamo rinunciare all’idea di nuovi insediamenti universitari in città».
La sede, del resto, una volta ristrutturata, esiste già. «Usufruendo degli enormi spazi della Pierina — prosegue la preside — si può sviluppare e rafforzare l’istruzione tecnica post diploma. La Fondazione Its sta lavorando bene. Non è un lavoro semplicissimo quello di riavvicinare le università, ma occorre provare a farlo. D’altronde, non è forse vero che la facoltà di Informatica era nata da un sogno, poi realizzatosi, di Gianni Degli Antoni?». L’idea richiede anche degli investimenti, che vanno al di là del rinnovamento della sede. «Potremmo prendere esempio dal Campus Santa Monica di Cremona, città che ha avuto uno sviluppo universitario notevole. Si potrebbe pensare di creare una filiera che parta dagli istituti superiori, prosegue con gli Its e sfocia in corsi universitari. Certamente, servono degli investimenti». Risorse economiche a parte, un primo passo dovrebbe essere quello di rendere più attrattivi gli Its.
«Se faticano a prendere piede — commenta Orini — è per via di una mentalità tutta italiana, che porta a pensare che dopo la maturità o si va a lavorare o si va all’università. Gli Its non escludono di proseguire con percorso universitario e danno dei crediti. Nell’ultimo periodo, però, la mentalità sta cambiando. Vedo i miei studenti molto più interessati agli Its. Si sta capendo la loro valenza e iniziano a diffondersi. È il momento giusto per crederci e fare delle scelte che potrebbero rilanciare l’istruzione universitaria in città».
Tra i sostenitori convinti della necessità delle aziende di avere personale formato attraverso corsi Its specifici e rispondenti alle loro richieste c’è Marco Bressanelli, presidente della Libera associazione artigiani cremaschi. «Direi che sono fondamentali e infatti la nostra associazione li sostiene. Questi corsi, però, devono attirare anche ragazzi da altri territori, non solo dal Cremasco. Dico di più: l’attrattiva deve essere a livello europeo, se non addirittura mondiale. A settembre partirà un corso annuale sull’arte organaria. Così come avviene a Cremona per i violini, è auspicabile la partecipazione di allievi da tutto il mondo. Ecco perché dobbiamo prepararci anche all’accoglienza». E quest’ultimo tema chiama in causa l’idea del campus sostenuta da Orini.
«È fondamentale. Quando c’era l’università — prosegue Bressanelli — Acsu (associazione cremasca studi universitari ndr) si occupava anche di accoglienza e di affitti calmierati per gli studenti. Il sogno è ovviamente quello di avere un campus, idea che tutti sostengono». E per arrivare a realizzarla, qualche passo è già stato fatto, come spiega il presidente della Libera artigiani: «Ci sono le risorse della Fondazione Cariplo e del Pnrr per ristrutturare l’ex polo universitario e trasformarlo nella sede dell’alta formazione post diploma. Stiamo sollecitando l’avvio dei lavori. I corsi ci sono: sono attivi due, ma sarebbe davvero importante una struttura che permetta di accogliere i partecipanti».
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