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«Con la competenza l’Europa ci ascolta»

Avanza (Azione): «Oggi la nostra delegazione è al terzultimo posto per influenza»

Francesco Gottardi

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17 Aprile 2024 - 05:15

«Con la competenza l’Europa ci ascolta»

Crotti, Avanza e Soldi

CREMONA - «In Europa abbiamo del lavoro da fare e dobbiamo farlo con impegno e competenza per tutelare gli interessi dei nostri territori». Sono le parole di Caterina Avanza, responsabile Agricoltura di Azione e consigliera politica al Parlamento europeo per Renew Europe. Sono ormai quasi due anni che è entrata nel partito di Carlo Calenda, lasciando il Partito Democratico, a cui rimprovera le scelte di apertura al campo largo con i Cinque stelle.

«Personalmente non tollero questa scelta, non tanto per motivi ideologici ma proprio per una questione di pragmatismo: fare proposte irrealizzabili, come quelle dei grillini, è il miglior modo di favorire un voto antieuropeo e l’astensionismo». Un approccio alle sfide europee che ha caratterizzato anche il settore di cui Avanza si è occupata negli ultimi 5 anni: l’agricoltura.

«Un esempio lampante è quello dei fitofarmaci: noi come Renew Europe siamo d’accordo con la progressiva limitazione dell’uso ma prima di vietare un prodotto andrebbero trovate delle alternative. Ci si è posti molto ambiziosamente l’obiettivo di ridurre del 50% l’utilizzo entro il 2030 senza considerare, per esempio, che per l’approvazione di nuove molecole l’Unione Europea, ad oggi, richiede almeno otto anni di sperimentazioni (che già ci portano a sforare la scadenza del 2030), laddove negli Stati Uniti il periodo è di 18 mesi. Questo per dire che i cambiamenti vanno resi sostenibili e soprattutto va rivoluzionato l’assetto dentro al quale operiamo».

Il tema della transizione ecologica si conferma centrale per l’agenda politica europea, non solo per chi si occupa di agricoltura: «Bisogna lavorare sull’armonizzazione del lavoro delle varie commissioni, non è possibile che le commissioni ambiente e agricoltura vadano in direzioni discordanti. Cerchiamo di coniugare sostenibilità e produttività; siamo in un contesto di crescente concorrenza internazionale anche per prodotti in cui eravamo leader e dobbiamo dotarci degli strumenti per reggere questa competizione. In un mondo in cui l’India è diventato il primo produttore al mondo di latte e la Cina è al quinto posto dobbiamo attrezzarci per tutelare i nostri prodotti d’eccellenza. Anche le crescenti tensioni internazionali minacciano il nostro export e mettono in difficoltà il settore agricolo: noi crediamo sia possibile sostenere l’Ucraina diplomaticamente e militarmente ma che questo non debba porre la pietra tombale sulla nostra impresa agricola, le clausole di salvaguardia esistono per questo».

Pragmatismo ed efficienza sono le due direttrici su cui Azione intende puntare alle prossime elezioni europee, anche se sulla ‘rottura’ con Italia Viva e +Europa Avanza non approfondisce. «In Italia abbiamo la tendenza a mandare in Europa gli ex della politica nazionale senza renderci conto che nelle sedi europee ci sono da rimboccarsi le maniche ai tavoli di contrattazione. Se oggi la delegazione italiana al Parlamento europeo è la terzultima in materia di influenza è anche perché i nostri rappresentanti non fanno il lavoro per il quale si trovano lì. Per questo motivo il nostro obiettivo, come Azione, è quello di realizzare una lista composta da almeno una competenza per commissione. Poi con Italia Viva e +Europa saremo nello stesso gruppo, Renew Europe, e mi auguro che potremo lavorare nella massima armonia».

Perché in Europa le alleanze si trovano sui singoli temi e ad ogni tavolo, con maggioranze molto mutevoli: «Oggi dobbiamo ragionare di un piano di adattamento al cambiamento climatico e ancora ci troviamo di fronte un muro alzato dagli ambientalisti che pensano si tratti di qualcosa che possiamo fermare. I dati parlano di una riduzione del 16 % della produzione agricola entro il 2050 , dobbiamo trovare le soluzioni per scongiurare che si peggiori. Serve lavorare sul recupero delle acque piovane e reflue, promuovere e generalizzare lo strumento dei consorzi che dispongono di un maggior potere contrattuale con la Gdo, intervenire sulla questione delle assicurazioni per il comparto agricolo in un momento storico in cui sempre più compagnie si stanno sfilando da questa porzione di mercato perché non più conveniente».

Ma Avanza insiste anche sulla forte vocazione europeista del suo partito, vero tratto distintivo rispetto alle altre proposte politiche. «Non dobbiamo cedere alla retorica dell’Europa matrigna: anche sulla Pac la narrazione per la quale tutti i problemi stanno a Bruxelles è certamente comoda ma non del tutto onesta. Senza dubbio la Politica agricola comune va semplificata, correggendo il tiro per quanto riguarda una visione troppo schiacciata sugli ecoschemi ma non dobbiamo dimenticare che l’implementazione della norma è regionale e lì bisogna intervenire, in primo luogo facendo applicare i regolamenti». La responsabile agricoltura del partito di Calenda lamenta in particolare la mancanza di linee guida nazionali in merito all’applicazione della normativa comunitaria. «Ogni regione si muove in ordine sparso, sugli investimenti manca coordinamento e il più delle volte in questo modo arriviamo a rimandare a Bruxelles i soldi che ci vengono messi a disposizione».

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