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CREMONA AL VOTO. I BIG IN CITTÀ

«Da Strasburgo a Cremona serve il nostro buongoverno»

L’europarlamentare Fidanza illustra azione e obiettivi di FdI: «Asse centrale di una nuova maggioranza»

Francesco Gottardi

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redazione@laprovinciacr.it

14 Aprile 2024 - 05:15

«Da Strasburgo a Cremona serve il nostro buongoverno»

CREMONA - Un occhio alle amministrative, uno alle europee e l’ambizione di garantire, in entrambe le sedi, un «buongoverno di destra» con la prossima tornata elettorale. Nel corso dell’intervista rilasciata ieri pomeriggio al quotidiano La Provincia, durante il forum al quale hanno partecipato il presidente della Libera Associazione Agricoltori Cremonesi, Cesare Soldi e il direttore del quotidiano, Paolo Gualandris, l’europarlamentare di Fratelli d’Italia Carlo Fidanza è partito dal campo che più gli appartiene.

«In Europa vogliamo riprodurre il ‘modello Meloni’, quello di una destra di governo efficiente e credibile: vogliamo coniugare un forte richiamo nazionale con una prospettiva europea comune. L’8 e il 9 giugno i conservatori puntano a diventare l’asse centrale di una nuova maggioranza che sia in grado di fare da ponte tra le forze centriste e quelle alla nostra destra». E, in ottica di possibili maggioranze in Europa, Fidanza non risparmia una stoccata ai popolari, «troppo schiacciati sulle politiche della sinistra e della sua ideologia green. Per loro è tempo di tornare nel loro ambito naturale che è quello del centrodestra. Con le ultime votazioni stanno facendo dei buoni passi avanti, ci auguriamo che non si tratti soltanto di una mossa per rimediare qualche voto».

Ma lo sguardo dell’europarlamentare è più ampio e guarda già al di là delle elezioni. «Serve un cambio di passo culturale: il Vecchio Continente ha sacrificato la propria autonomia in materia di produzione negli ambiti strategici. L’approccio ideologico della sinistra alle tematiche della transizione ecologica rischia di portarci alla desertificazione quando dovremmo, invece, riscoprire e riprenderci un ruolo forte sul fronte della produzione. Le due batoste, pandemia e guerra in Ucraina, ci hanno fatto capire che dobbiamo renderci autonomi nei settori strategici. Non significa autarchia ma indipendenza dentro un mercato globale fondato sul libero scambio».

Dall’Europa alle sorti della politica locale Fidanza non si sbilancia sulle dinamiche interne al partito sottolineando piuttosto come «abbiamo sempre privilegiato la logica della coalizione, lo abbiamo fatto quando eravamo al 4% e lo facciamo anche ora, con numeri moltiplicati. Per noi una coalizione che esprime un candidato sindaco come Alessandro Portesani significherà, prima di tutto, un vero civismo e non una maschera dietro la quale nascondere dinamiche di partito, come lo intende la sinistra. Quello che ora serve a Cremona è un reale cambio di passo per riscoprire il valore di un buongoverno di centrodestra, come lo era stato, a suo tempo, quello di un altro civico come Oreste Perri. La nostra è una proposta solida e confidiamo che verrà premiata».

Di fronte all’eventualità della sconfitta, Fidanza si dimostra fiducioso di poter, in ogni caso, mantenere un buon rapporto con il territorio: «Non abbiamo mai operato ricatti, per noi i territori sono tutti uguali. Certo, avere al governo delle città uomini della nostra famiglia politica aiuta a ‘parlare la stessa lingua’, trovando punti di condivisione e maggiore sintonia sui progetti da realizzare».

Quanto alle tematiche strategiche per il territorio cremonese, dalle eccellenze dell’agrifood alla promozione del turismo ed al potenziamento delle infrastrutture, l’europarlamentare non si fa trovare impreparato: «La revisione della Pac (Politica agricola comune) è un successo anche del governo Meloni, che parte dalle esigenze dei nostri territori e ripristina un po’ di razionalità nel fanatismo ideologico di una transizione ecologica irrealizzabile nei termini in cui era stata posta inizialmente. La Pac nasce come strumento di sostegno al reddito agricolo e mezzo per assicurare cibo sano alla popolazione europea. Questa vocazione va riscoperta e difesa da chi la vorrebbe trasformare in uno strumento per disincentivare l’imprenditoria agricola. Siamo riusciti a bloccare la folle direttiva sulle emissioni industriali che assimilava gli allevamenti alle fabbriche almeno per il comparto bovino ma tanto lavoro resta da fare. Speriamo di poter operare, nella prossima legislatura, con una maggioranza forte alle spalle».

E rispetto al Grande Fiume e alle possibilità per il turismo e il commercio, Fidanza torna all’attacco delle «politiche green frutto di un approccio ideologico della sinistra» che mirerebbero «ad eradicare la presenza umana dai territori. Noi crediamo che, sul tema centrale della transizione ecologica, serva un approccio più realistico e veramente sostenibile per le comunità: bisogna valorizzare le filiere presenti, come quella del pioppo per il legno da arredo, favorendo una ripresa del turismo e dei commerci sulle acque del fiume».

Ma al Parlamento europeo Fidanza siede anche nella commissione per gli Affari esteri e riserva in questo senso, un commento alle crescenti tensioni internazionali e al ruolo dell’Europa: «Il fatto è che abbiamo sviluppato, nel Vecchio Continente, una tendenza all’iper-regolamentazione di ogni aspetto delle nostre vite, da quel che dobbiamo mangiare a come ristrutturare casa, ma abbiamo perso di vista il nostro ruolo nel mondo. Oggi, finalmente, si torna a discutere di difesa comune europea. Dobbiamo renderci conto che i soldi spesi per la difesa non vengono sottratti ad altri servizi ma rappresentano la precondizione della democrazia e delle libertà di cui godiamo tenendo presente che queste hanno un costo».

Prospettive, quelle geopolitiche, che non lasciano ben sperare nemmeno l’europarlamentare: «La preoccupazione è forte e l’Europa fa ancora fatica a contare sullo scacchiere internazionale. Con l’azione diplomatica del governo Meloni l’Italia sta tornando a porsi questo problema con soluzioni come il piano Mattei per l’Africa e il Mediterraneo, bisogna tornare ragionare insieme in questo senso».

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