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SOS GIOVANI IMPRENDITORI

La crisi degli under 35: mille imprese in fumo

Nel territorio provinciale è sparita un’attività su tre: in dieci anni crollo da 3.026 a 2.139. Cresce il comparto dei servizi, regge il commercio all’ingrosso, realtà femminili più vivaci

Stefano Sagrestano

Email:

stefano.sagrestano@gmail.com

17 Aprile 2024 - 05:30

La crisi degli under 35: mille imprese in fumo

CREMONA - Un rischio desertificazione, un campanello d’allarme per il futuro dei giovani imprenditori cremonesi. In dieci anni il numero di aziende i cui titolari hanno meno di 35 anni è precipitato del 29%. In numeri assoluti nel 2013 queste realtà con sede in provincia erano 3.026, l’anno scorso sono scese a quota 2.139. Il decennio economicamente complicato attraversato dal Paese, con la crisi del debito pubblico prima, poi la spending review, seguita dagli ultimi quattro complicatissimi anni, tra pandemia e guerre, ha creato un vuoto importante.

Sostanzialmente è stata bruciata una generazione di possibili giovani imprenditori. Chi aveva meno di 35 anni e un’attività avviata nella prima decade del millennio, nel frattempo è cresciuto e dunque è uscito da questa categoria di età. Il problema è che non c’è stato un ricambio. Gli under 35 rappresentano al momento l’11,5% delle aziende cremonesi. Una percentuale sostanzialmente invariata rispetto al 2013, complice il contemporaneo calo generale delle imprese, scese da 27.450 a 24.787, ovvero un meno 17%: è però evidente come la diminuzione dei giovani imprenditori sia molto più impattante (clicca qui per tutti i numeri).

Su un calo complessivo di 2.663 aziende, ben 887 sono quelle gestite da under 35. Il che significa una su tre. A subire relativamente meno il contraccolpo della crisi sono le realtà mandate avanti da ragazze, che hanno sì subito un calo nel decennio, ma molto più contenuto. I dati relativi a questo andamento dell’imprenditoria giovanile cremonese sono quelli forniti dal centro studi della Camera di commercio. Un’analisi che fa anche il punto sui vari settori dell’imprenditoria del territorio provinciale. Restando sempre agli under 35, la categoria più rappresentata nel 2023 è stata quella del commercio all’ingrosso con 548 imprese attive.

Dieci anni prima erano le costruzioni a farla da padrone con ben 849 aziende, mentre l’anno scorso in questo settore si contavano solo 315 imprese. Una diminuzione di 634 unità, pari al 74%. Evidentemente, il Superbonus 110% introdotto a livello statale non è servito a rilanciare l’imprenditoria giovanile nel comparto dell’edilizia, almeno in provincia. Un calo importante c’è stato anche a livello generale, considerando dunque le realtà di proprietà di persone con più di 35 anni. Ad esempio le imprese di costruzioni sono passate da 4.949 a 3.931. Si tratta di un meno 20%, ma assolutamente non paragonabile al dato relativo ai giovani.

Sono rari i settori che nell’ultimo decennio hanno invece fatto registrare un incremento di attività. Uno di questi è quello legato alle realtà di servizio che erano 209 nel 2013, mentre l’anno scorso la Camera di commercio ne ha registrate 239. Stando a questi dati, anche il capitolo innovazione, ovvero quelle imprese che per definizione o quasi sono appannaggio delle nuove generazioni, non è riuscito a controbilanciare il drastico calo di imprenditori under 35. I processi di transizione digitale hanno accresciuto l’esigenza di servizi specializzati che hanno rappresentato opportunità: le imprese digitali che sviluppano software, offrono servizi informatici e per il web o che vendono esclusivamente on-line, hanno mostrato negli ultimi anni una dinamica vivace, ma non sufficiente a fare da traino.

La forte contrazione del numero delle aziende giovanili registrata negli ultimi dieci anni non è ovviamente un problema solo della provincia di Cremona. Il venir meno delle opportunità per le nuove generazioni ha interessato tutto il territorio nazionale, dove il calo complessivo è stato pari al 22,5%. A livello lombardo le cose sono andate solo lievemente meglio, con una diminuzione del 16%.

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