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CASALMAGGIORE

Altro scatto alle rette della Busi, le famiglie protestano

Sono aumentate di 1,50 euro al giorno e adesso la spesa mensile è di 1.800 euro: «Decisione non in linea con gli standard dei servizi, che sono peggiorati negli anni»

Davide Luigi Bazzani

Email:

davideluigibazzani@gmail.com

17 Aprile 2024 - 05:05

Altro scatto alle rette della Busi, le famiglie protestano

CASALMAGGIORE - Dallo scorso lunedì 1 aprile le rette di degenza alla Fondazione Conte Carlo Busi sono aumentate di 1,50 euro al giorno. La decisione non è stata accolta bene tra le famiglie dei degenti, che lamentano l’assenza di un dialogo aperto e un’adeguata considerazione delle ripercussioni derivanti dagli incrementi stabiliti. «Tale ultimo aumento – afferma il figlio di una ricoverata – risulta essere il terzo dopo quello del 2020 e del 2023, senza considerare il ‘contributo obbligatorio’ di 2,50 euro al giorno del 2022. Le motivazioni addotte deriverebbero dalla necessità di investimenti indispensabili in attrezzature per i servizi della Rsa e dal rinnovo del contratto di lavoro dei dipendenti. Più concretamente, per meglio rendersi conto del problema, la retta che viene applicata al 90 per cento dei ricoverati, per la stanza a 2 letti, passerebbe dagli attuali 58,50 euro a 60 euro giornalieri».

PENSIONI INSUFFICIENTI 

Si tratta, osserva il parente, del terzo aumento in cinque anni: «Tenuto conto che nel 2019 la retta in questione era di 53,50 euro si tratterebbe di un aumento complessivo, ad oggi, di 6,50 euro. Una retta mensile di 1800 euro grava pesantemente sui bilanci delle famiglie, considerato che i ricoverati non godono di pensioni sufficienti a coprire le rette di ricovero».

MANCANZA DI PERSONALE

Inoltre, «ciò che è ancor più grave, si deve sottolineare che, a fronte di tali aumenti il servizio di assistenza, in tutte le sue articolazioni, risulta molto carente ed inefficiente, anche per la mancanza di personale, per le frequenti dimissioni del personale in servizio, che denuncia un malcontento generale nei confronti dell’amministrazione. Occorrerebbe verificare se gli standard assistenziali sono rispettati». I parenti denunciano le inefficienze ed esternano lamentele e dicono di non essere ascoltati.

«La situazione complessiva sta diventando preoccupante e la qualità del servizio sempre più scadente. Come parente di un’anziana ricoverata – conclude — auspico che il sindaco e il consiglio comunale vogliano entrare nel merito della decisione assunta dal Cda della Fondazione a due mesi dalla scadenza del mandato e verificare se esistano le condizioni per una gestione della Rsa più attenta ai bisogni degli anziani ricoverati, evitando il facile ricorso agli aumenti a carico degli assistiti per ragioni di ‘cassa’».

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