L'ANALISI
17 Aprile 2024 - 05:10
CREMA - Esasperati da un cantiere senza fine — sembra in alto mare anche la prospettata apertura del nuovo ponte sulla Muzza nel mese di maggio — imprenditori e pendolari della Paullese chiedono a gran voce l’intervento del sindaco di Città metropolitana di Milano, Giuseppe Sala. Si sta formando un vasto fronte, accomunato dalla necessità di una strada percorribile per il collegamento tra il Cremasco, il Sud est milanese e la metropoli. Segue da vicino gli sviluppi Enzo Galbiati, sindaco di Spino d’Adda e referente dell’Area omogenea cremasca per quanto riguarda le infrastrutture.
«Ogni giorno i pendolari mi chiedono notizie su quanto si concluderanno questi lavori di raddoppio, ma non posso dare loro delle certezze. Evidente che servano tempi definiti», commenta il primo cittadino. La mobilitazione è partita da Paullo e sta richiamando adesioni anche tra i forzati cremaschi dell’ex statale. La sostengono politici e amministratori dell’area, imprenditori, in particolare delle zone industriali tra Zelo e Paullo, e singoli pendolari. Una raccolta firme da consegnare allo stesso Sala è stata lanciata da Giancarlo Broglia e Luca Baroni della civica Paullo nuova ed è arrivata in pochi giorni a 250 sottoscrizioni.
Ad essa si è aggiunta la mozione di Francesco Variato, Vera Cocucci e Marco Segala, che chiede al sindaco metropolitano di eseguire un sopralluogo dei cantieri e del secondo lotto del raddoppio sul versante milanese «per toccare con mano la situazione drammatica in cui versano, ormai da anni, le attività insediate». Come noto, i lavori per concludere questo tratto di riqualificazione, compreso tra la provinciale Cerca e il rondò della Tangenziale est esterna milanese a Paullo, erano rimasti fermi per buona parte del 2023 per ritardi nell’arrivo dei fondi ministeriali per pagare l’impresa e anche per problemi di materiali. Le forniture, come quelle di molti altri cantieri partiti tra il 2022 e l’anno scorso, hanno risentito della carenza di prodotti a livello mondiale.
In autunno la ripartenza, ma a singhiozzo. Chi viaggia ogni giorno lungo l’ex statale nota gli operai sul cantiere, impegnati negli interventi con l’ausilio di macchinari, ma l’accelerazione auspicata sei mesi fa pare proprio non esserci stata. Intanto, per cercare di arrivare quanto prima a una svolta anche per il terzo lotto del raddoppio milanese, quello tra il ponte sull’Adda e il rondò della Teem, a maggio la Città metropolitana dovrebbe ufficializzare il passaggio di consegne per la gestione del progetto e la conseguente ricerca dei fondi alla Provincia di Lodi. Al momento questo tratto non è infatti stato finanziato con risorse ministeriali o regionali. Raddoppiarlo significherebbe anche togliere l’attuale semaforo T-red di Paullo, tecnologia che filma chi transita con il rosso, permettendo così di sanzionare l’automobilista.
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