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Ex colonia Finalpia: dopo tre anni ancora nessuna offerta

L’albergo in vendita a dieci milioni, Beretta di Italia Viva: «Ora si faccia chiarezza»

Dario Dolci

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15 Aprile 2024 - 05:10

Ex colonia Finalpia: dopo tre anni ancora nessuna offerta

CREMA - La ex colonia marina cremasca di Finalpia, trasformata in Hotel del Golfo, è in vendita ormai da tre anni, ma nessuno la vuole. Il primo tentativo era stato attraverso un bando nel maggio 2021, che però era andato deserto. O meglio, a fronte di una richiesta di dieci milioni di euro c’era stata solo una proposta di rent to buy (affitto e poi acquisto), mai concretizzatasi. Ragion per cui, il resort che si affaccia sulla via Aurelia e sul porticciolo di Marina di Capo San Donato, sul mar Ligure è tornato in vendita. Sempre per la stessa cifra, stimata nel 2021 dalla perizia effettuata dall’architetto Jennifer De Zanet, di Borghetto Santo Spirito. Il dubbio che non sia probabilmente il linea, almeno col mercato attuale, è un’ipotesi da non scartare. E pare essersi insinuato anche a palazzo comunale. Il problema è che, da quanto è dato di sapere, fino a questo momento non ci sono state offerte concrete. Né da dieci milioni, né di un’altra cifra. Qualche interessamento c’è stato, ma al momento di presentare un’offerta concreta, tutto è evaporato. Sull’acquisto, esiste un diritto di prelazione dell’attuale gestore che dice d’essere interessato, ma che nei fatti tergiversa.

La situazione resta di stallo, anche se l’affitto (200mila euro al netto dell’Imu) consente al momento alla Fondazione di far fronte ai debiti accumulati negli anni e alle insolvenze dei precedenti conduttori.

Sull’impasse interviene provocatoriamente Simone Beretta, consigliere comunale di Italia Viva, che da sempre segue le vicende relative all’immobile patrimonio dei cremaschi: «È ormai il secondo consiglio di amministrazione che prova a vendere senza successo l’Hotel del Golfo. Dobbiamo pensare che ne occorra un terzo? L’unica proposta seria per non depauperare il patrimonio era stata avanzata da me, con la fusione per incorporazione con la Fondazione Benefattori Cremaschi. Ma l’amministrazione e il cda non hanno mai voluto prenderla in considerazione. Il secondo errore commesso è stato quello di far fare una perizia tecnica per stimare il valore dell’immobile. Semmai sarebbe stata più utile una valutazione commerciale, per capire a quale cifra si sarebbe potuto vendere. Che conta è il mercato, non la quantificazione di un architetto. E infatti, con una pretesa di dieci milioni di euro, dopo tre anni non si è trovato alcun acquirente».

Come già più volte fatto in passato, Beretta torna a chiedere chiarezza: «Il cda non ha mai reso pubblico l’accordo con l’attuale gestore. Tornerò a chiedere al sindaco, Fabio Bergamaschi, che i documenti siano resi pubblici».

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